“È un maiale”: l’ultimo sfregio contro Depardieu

"È un maiale": l'ultimo sfregio contro Depardieu

“È un gran maiale”. È questo l’ultimo attacco sferrato a Gérard Depardieu; parole scritte in maiuscolo e in nero su un muro della casa di Benoît Poelvoorde, l’attore belga che non soltanto diverse volte ha lavorato a fianco di Depardieu, ma è stato anche uno dei firmatari dell’ormai famosa lettera a sostegno dell’attore francese, pubblicata su Le Figaro, lo scorso 25 dicembre.

L’ultimo sfregio a Gérard Depardieu

È accaduto a Namur, in Belgio, dove su uno dei muri della casa di Poelvoorde è apparsa l’ennesima frase ai danni dell’attore: “Depardieu non ci piace, è un gran maiale”. A riportarlo, il sito di Le Figaro che cita direttamente l’agenzia di stampa belga. A quanto pare, le parole sarebbero apparse nella giornata di ieri, 29 dicembre, e sarebbero state immediatamente cancellate.

Come anticipato, Benoît Poelvoorde, è stato uno dei firmatari della lettera scritta a favore di Depardieu. Un messaggio apparso su Le Figaro, firmato da una sessantina di personalità del mondo della cultura francese: attori, cantanti e registi. Sono stati in molti, infatti, a volere esprimere la propria vicinanza all’attore francese che dal 2020 è al centro della cronaca a causa delle accuse di stupro che pendono sulla sua persona. In particolare, i suoi supporter hanno denunciato il “linciaggio” dell’attore naturalizzato russo. Tra i firmatari, spiccano il regista Bertrand Blier, le attrici Nathalie Baye, Carole Bouquet e Charlotte Rampling, gli attori Jacques Weber, Pierre Richard e Gérard Darmon; e ancora, i cantanti Roberto Alagna, Carla Bruni, Arielle Dombasle e Jacques Dutronc.

L’appello contro “il linciaggio”

“Siamo artisti, scrittori e produttori cinematografici. È in questa veste che ci esprimiamo qui. Non vogliamo entrare in polemica e lasciare che la Giustizia faccia il suo lavoro”, iniziava così l’appello per l’attore. Poi, proseguiva: “Gérard Depardieu è probabilmente il più grande degli attori. L’ultimo mostro sacro del cinema. Non possiamo più restare in silenzio di fronte al linciaggio che si abbatte su di lui, di fronte al torrente di odio che si riversa sulla sua persona a dispetto di una presunzione di innocenza di cui avrebbe beneficiato, come tutti, se non fosse stato il gigante del cinema qual è”.

E ancora, si leggeva nel messaggio: “Quando attacchiamo Gérard Depardieu in questo modo, è l’arte che attacchiamo. Attraverso il suo genio di attore, Gérard Depardieu contribuisce all’influenza artistica del nostro Paese”. Poi, l’appello continuava: “Desideriamo ricordare tutto il bene che quest’uomo ci ha fatto, durante tutta la sua vita. Sia a noi artisti, che a tanti spettatori… Lo diciamo dal profondo del cuore, non possiamo e non vogliamo fare a meno di lui. Infine, la conclusione: “Qualunque cosa accada, nessuno potrà mai cancellare la traccia indelebile della sua opera che segna per sempre la nostra epoca. Il resto, tutto il resto, riguarda la giustizia, solo ed esclusivamente la giustizia”.

Gérard Depardieu nella bufera

La lettera in cui si invita a “non cancellare” Depardieu, è arrivata nei giorni successivi alla messa in onda di un servizio sull’attore, nel programma Complément d’investigation di France 2, che ha scatenato una bufera mediatica. Infatti, nelle immagini, si vede un Depardieu che, durante un viaggio in Nord Corea, si lascia andare a commenti misogini e offensivi ai danni delle donne, con allusioni sessuali anche nei confronti di una bambina a cavallo.

Fino a questo momento, Depardieu non ha lasciato alcuna dichiarazione, ma stando a quanto riferisce Le Figaro, i suoi avvocati hanno parlato di “attacco alla presunzione di innocenza” e hanno dichiarato che Depardieu “non è uno che fa del male, che umilia”.

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