È allarme “sextortion”: di cosa si tratta e come difendersi

È allarme "sextortion": di cosa si tratta e come difendersi

È allarme sextortion in Rete nei confronti dei minori, ossia quei ricatti che si consumano online con le vittime costrette a mostrare materiale sessualmente esplicito, come foto e video, che inizialmente erano stati inviati dalle stesse vittime a malintenzionati che poi le utilizzano contro di loro. Come si evince dai numeri del Report 2023 della Polizia Postale sui reati che si consumano nel web, questi casi sono in aumento, 136 rispetto i 130 del 2022.

Minori sempre più esposti

I numeri si riferiscono dal 1° gennaio al 21 dicembre scorso. “Il fenomeno, che di solito colpisce gli adulti in modo violento e subdolo, spesso fa leva su piccole fragilità ed esigenze personali, minacciando, nel giro di qualche click, la tranquillità delle persone”, spiegano le forze dell’ordine nel report. “Questo reato sta coinvolgendo sempre più spesso vittime minorenni, con effetti lesivi potenziati, quali la vergogna e la frustrazione che si ingenera per la difficoltà nel gestire la diffusione di immagini intime magari legate ad una precoce sessualità”. La maggior parte delle vittime di sextortion riguarda minori di età compresa tra i 14 e i 17 anni con una prevalenza del genere maschile.

Cosa succede con gli adescamenti online

Sono fortunatamente in calo, invece, i casi di adescamento online di cui sono vittime sempre i minori ma questa voltà con la fascia d’età fra i 10 e 13 anni. “La fascia dei preadolescenti è quella che maggiormente ha avuto interazioni sessuali tecnomediate, 206 rispetto ai 351 casi totali. Persiste il lento incremento dei casi relativi a bambini adescati di età inferiore ai 9 anni, trend che sta diventando più consistente in seguito all’avvicinamento precoce agli strumenti informatici dei bambini più piccoli”, spiega la Polizia Postale. Al di sotto dei 9 anni gli adescamenti online del 2023 sono stati 31, il 9% dei casi che hanno trattato le forze dell’ordine. Il rischio di finire in trappola deriva soprattutto dai social dai videogiochi online.

I numeri sul cyberbullismo

Buone notizie anche sul fronte del cyberbullismo che ha confermato un trend in calo “dovuta alla normalizzazione delle abitudini dei ragazzi” dopo gli anni della pandemia e un ritorno alla vita sociale senza restrizioni. È proprio questo ritrovato aspetto che può aver dato un’influenza positiva sulla qualità delle interazioni sociali, delle relazioni con i propri coetanei “e che la costante opera di sensibilizzazione svolta dalla Polizia Postale così come da altre istituzioni e organizzazioni del terzo settore, presso le strutture scolastiche, abbia mantenuto alta l’attenzione degli adulti e dei ragazzi stessi sulla necessità di agire responsabilmente e correttamente in rete”. Nel 2023 sono stati 284 i casi complessivi di cyberbullismo ma con una calo delle denunce di questo aspetto per quanto riguarda i minori, 104 contro i 127 del 2022.

I cyber attacchi del 2023

Nell’anno che si sta per concludere, nel compesso, sono stati quasi 12mila (per l’esattezza 11.930) i cyber attacchi alle infrastrutture critiche, alle istituzioni, alle aziende e ai privati secondo i numeri rilevati dal Centro nazionale anticrimine per la protezione delle infrastrutture critiche, il 7% in meno rispetto ai 12.285 dell’anno scorso.”Le offensive hacktiviste russe – si legge nel Report 2023 – hanno mantenuto una significativa intensità dall’inizio del conflitto con l’Ucraina, in particolare sono state lanciate decine di offensive contro l’Ucraina e i Paesi Nato. Ad esempio, il gruppo hacker filorusso ‘NoName05’ ha iniziato a lanciare una serie di offensive contro realtà italiane in segno di protesta contro la politica del nostro Paese, definita ‘russofobà. Le offensive hanno impattato tra l’altro realtà governative, strutture del comparto sanitario, operatori del trasporto locale, istituti bancari e provider delle telecomunicazioni“.

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