Vent’anni prima di Rishi Sunak aveva in mente un piano per deportare gli immigrati clandestini e voleva usare i marmi del Partenone come merce di scambio per aggiudicarsi i Giochi Olimpici del 2012. Gli Archivi Nazionali di Stato britannici rivelano gli scheletri nell’armadio di Tony Blair (nel tondo). E queste sono solo alcune delle notizie emerse nei giorni scorsi dai documenti declassificati dell’archivio sul periodo in cui Blair era al governo.
Il più interessante è sicuramente il rapporto intitolato «Asylum: The Nuclear Option» sulle possibili soluzioni che furono discusse dopo che il premier laburista ebbe ad esprimere la propria frustrazione per il fallimento dei sistemi di controllo della Francia sull’immigrazione illegale chiedendo di trovare misure più «radicali» per far fronte al numero sempre crescente di richiedenti asilo che nell’ottobre del 2002 aveva raggiunto quota 8.800 ingressi. Tra le opzioni presentate all’allora capo dello staff di Downing Street, Jonathan Powell, c’era quella di spedire temporaneamente i migranti in campi nell’isola scozzese di Hull oppure nelle Falkland per poi ritrasferirli in «porti sicuri» di Paesi come la Turchia, il Sud Africa e il Kenya. Soluzioni estreme prese in considerazione da un esecutivo laburista vent’anni prima di quel piano Ruanda dell’ultimo governo conservatore che ha suscitato feroci critiche soprattutto da parte delle forze di opposizione. Vero è che nessuna di queste proposte vide alla fine la luce proprio perché i consiglieri di Blair lo misero in guardia fin dall’inizio delle difficoltà legali di mettere concretamente in pratica questi piani legate soprattutto ai possibili divieti della corte di Strasburgo che non avrebbe mai permesso al governo inglese di rimandare indietro nelle terre natie soggetti a rischio di venir perseguitati o uccisi. Blair così si arrese, anche se malvolentieri.
Un altro documento ripreso ieri dal quotidiano The Times racconta invece che il primo ministro laburista, nel 2003, aveva pensato di offrire i marmi del Partenone ospitati al British Museum alla Grecia per aumentare le possibilità che Londra diventasse la sede delle Olimpiadi del 2012. Da alcuni file declassificati sembra che Blair avesse nominato l’ex ministro degli Esteri Lord Owen come negoziatore per sbloccare la disputa sulle sculture che ancora oggi Londra ed Atene si contendono. Owen proponeva di esporli prima ad Atene, durante i Giochi del 2004 e poi a Londra in quelli del 2012 e Blair aveva sostenuto l’idea. Anche in questo caso non se ne fece nulla. Altri documenti declassificati raccontano inoltre della guerra alla Bbc fatta dal governo sulla copertura della guerra in Irak e dei timori del premier riguardo all’idea dell’allora ministro degli interni David Blunkett di creare delle «zone di tolleranza» per la prostituzione. E altri rivelano che Blair era contrario ad avviare un’inchiesta pubblica ufficiale sul doppio omicidio di due ragazzine di dieci anni, uccise nel villaggio di Soham da un pedofilo a cui era stato consentito di lavorare nuovamente con i minori. Alla fine il premier cedette alle pressioni del suo ministro degli Interni e l’indagine venne aperta.