“Un dicembre nero, i russi sfondano”

"Un dicembre nero, i russi sfondano"

Olexandr Shtupun è uno che ci mette la faccia senza alcun problema. È nato a Prypjat e aveva appena 6 anni quando fu costretto a lasciarla assieme agli altri 95mila residenti dopo l’inferno di Chernobyl. Oggi Shtupun, con una laurea in giornalismo, è il portavoce dello stato maggiore dell’esercito. I cronisti occidentali l’hanno soprannominato «Rambo Ucraino» per via del fisico atletico, e il generale Zaluzhny l’ha incaricato ieri di confermare gli insuccessi della controffensiva. Senza tradire emozione nello sguardo, Shtupun ha riferito che «i russi hanno preso d’assalto Marinka e Avdiivka e continuano ad avanzare. Stanno cercando di ottenere il controllo di territori prima della fine dell’anno o forse hanno altre scadenze. Se si considera il numero di assalti e la pressione esistente sulle nostre unità, l’ultimo mese di quest’anno è il più difficile per le nostre truppe da quando è iniziato il conflitto». Shtupun a margine ha ricordato che i corpi dei tre soldati, fucilati dalla divisione Pskov a Robotyne, sono stati recuperati.

L’esercito russo avanza su sette fronti nel Donetsk e Luhansk a Est, ma sta recuperando terreno anche a Zaporizhzhia, compromettendo il sogno di Kiev di sbarcare in Crimea. Un contesto che mette a dura prova i rapporti tra il presidente Zelensky e il generale Zaluzhny. I dissapori iniziarono quando Zaluzhny espresse riserve nei confronti della difesa ad oltranza di Bakhmut, una difesa utile forse solo a livello mediatico, ma che impose a Kiev di sacrificare alcune tra le migliori brigate a disposizione, quelle che per intenderci avevano conseguito importanti vittorie sul fronte di Karkhiv. Le brigate sono diventate a maggio carne da macello dei Wagner e tutti gli sforzi per riconquistare Bakhmut nella controffensiva tra giugno e novembre sono risultati vani. Putin è pronto a mandare a morte un numero quasi illimitato di soldati senza pagare alcun prezzo politico, mentre sta diventando sempre più difficile per l’Ucraina sostituire i soldati morti, feriti ed esausti in prima linea, dove regna parecchio malcontento. Se salta Zaluzhny potrebbe essere nominato il generale Sergej Shaptala.

L’affondamento della nave Novocherkassk, i retroscena sulla diga Kakhovka e l’arrivo di 18 F-16, stanno spostando l’attenzione dal flop nel Donbass, ma l’eclatante caduta di Marinka non si può nascondere come polvere sotto a un tappeto, e consentirà agli invasori di proteggere più efficacemente Donetsk e di dar vita a una manovra a tenaglia. I russi stanno avanzando in particolare nelle aree di Kupiansk, Kreminna, Bakhmut, Avdiivka, Maryinka, Verbove, Robotyne e Krynky. Se dovesse cadere Avdiivka, Kiev perderebbe la possibilità di allestire la testa di ponte sulla riva sinistra del Dnepr, dove ogni giorno gli ucraini perdono decine di uomini. Le truppe russe hanno inoltre steso un muro invisibile di impulsi elettromagnetici lungo tutta la linea del fronte. Una complessa rete di segnali radio, infrarossi e radar trasmessi nei cieli sopra i campi di battaglia che fornisce parecchia protezione.

Come se non bastasse preoccupano anche le armi nucleari tattiche collocate da Putin in Bielorussia. Kiev è corsa ai ripari armando la 24esima Brigata meccanizzata di 300 droni per migliorare la difesa dell’oblast di Leopoli.

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