Trekking, borghi e cucina. Tutta la bellezza del Lario

Trekking, borghi e cucina. Tutta la bellezza del Lario

I laghi non sono tutti uguali. E nemmeno i loro habitué. Quello di Como, conosciuto in tutto il mondo grazie all’effetto George Clooney, è una poesia blu incastonata fra le montagne, buen retiro di attori, influencer (Chiara Ferragni ha aperto proprio in questi giorni le porte della sua nuova casa, Villa Matilda), viaggiatori d’élite, che qui possono contare su glamour discreto e hotel di fama planetaria: dall’iconica Villa d’Este, che quest’anno ha celebrato i suoi primi 150 anni, a Passalacqua a Moltrasio, recentemente premiata come l’albergo più bello del mondo.

Sull’acqua si cena nei ristoranti stellati (Kitchen mette nel piatto le erbe e le verdure del suo orto biodinamico) come nei crotti un must quello dei Platani a Brienno, con la terrazza a picco sull’acqua. Dalle finestre del Musa, un hotel piccolissimo creato da una coppia di australiani innamorati del luogo, si contempla la silhouette verde dell’Isola Comacina, l’unica isola del lago.

Como

Spostarsi è facile, non c’è la folla dei mesi estivi, e anche mete da overtourism come Villa Balbianello di proprietà del Fai, oppure Bellagio, la Saint-Tropez del lago, si concedono al piacere di una passeggiata. Fra portici, piazzette, vicoli incorniciati da case colorate, in un colpo d’occhio si ammirano la sponda comasca e quella lecchese.

Senza folla si respirano anche le atmosfere romantiche dei piccoli borghi-cartolina abbracciati da cipressi e ulivi: da Naggio, un quadretto lariano abitato da sole 363 persone, alla frazione di Palanzo, più in alto in collina, con una vista mozzafiato a 600 metri d’altezza. Ovunque si guardi si fa il pieno di bellezza, nel cielo passa un idrovolante dell’Aeroclub di Como, istituzione del volo che fra poco compirà un secolo. Non lontano da lì, l’ottocentesca funicolare che sale fino a Brunate è il preludio a un trekking speciale, quello delle baite, 2 ore e mezza di camminata facile fermandosi a pranzare nelle baite vista lago.

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Sul versante opposto le curve dolci della strada Regina risalgono le sponde alla volta di Argegno, dove comincia la deviazione verso la Val d’Intelvi, un tappeto di colline e borghi prealpini allungato fino a Lanzo, il paese più turistico della valle, mentre Oria, non lontano dalla ciclabile disegnata sul tracciato dell’ex ferrovia Menaggio-Porlezza, è il luogo dove lo scrittore Antonio Fogazzaro trascorreva le estati, trovando l’ispirazione per scrivere Piccolo mondo antico. Gli amanti della montagna più impegnativa si spingono fino a Canzo, punto di partenza per i trekking alla volta dei Corni di Canzo, catena montuosa di quasi 1.400 metri d’altezza nella parte sud-est del Triangolo Lariano, facendo tappa al rifugio Sev, per pranzi a base di cazzuola e polenta davanti alla cartolina del Lago di Como, le Grigne, la città di Lecco (per chi non è allenato, chiamando il rifugio ti vengono a prendere con la jeep). Poi di nuovo giù, pieds dans l’eau, per perdersi nelle vie lastricate del capoluogo ricco di monumenti, dal Broletto medievale alla Cattedrale di Santa Maria Assunta con i dipinti cinquecenteschi di Bernardino Luini, prima di una tappa nel Museo della Seta, che a Como si lavora fin dal XVI secolo. La seta è di casa anche nella Villa della Fondazione Ratti, sulla strada per Cernobbio. Una volta lì si può percorrere il «Chilometro della Conoscenza», la passeggiata panoramica fra tre architettura storiche: Villa Sucota, Villa del Grumello e Villa Olmo, i cui parchi secolari, con installazioni site-specific immerse nel verde, regalano tutti insieme 17 ettari di poesia.

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