Michael Schumacher, 10 anni fa il tragico incidente: errori, falsi scoop e religioso silenzio

Michael Schumacher, 10 anni fa il tragico incidente: errori, falsi scoop e religioso silenzio

Una leggenda, un totem e un’icona vestita di rosso. Un salto sul podio e i pugni al cielo, poi l’inno tedesco seguito da quello italiano. Una scena consuetudinaria, un appuntamento settimanale dopo il pranzo della domenica. Il protagonista sempre lui, Michael Schumacher, il Kaiser o il Barone Rosso, fate come preferite. Un cavaliere devoto alla velocità e un ragazzo che venuto da Kerpen, piccola località agreste della Germania, è arrivato fino a issarsi sopra a tutti come campione della Formula 1, dove ha riscritto ogni record: 91 vittorie, 55 podi e sette titoli iridati. Almeno prima dell’epopea targata Lewis Hamilton, con il quale condivide il maggior numero di mondiali.

Schumi è anche colui che ha riportato il mondiale piloti a Maranello dopo ventun anni di digiuno, un’eternità, prima di riscrivere l’era più vincente della storia del Cavallino con ben 6 titoli costruttori consecutivi. L’Italia lo ha amato e si è stretta intorno a lui, che con le sue vittorie ha fatto splendere il tricolore in ogni lato del globo. Poi, la paura che fa tremare le gambe è subentrata quel maledetto 29 dicembre del 2013, quando sulla neve di Meribel (Francia) Michael cade, batte la testa e si spegne la luce. Schumi passa tanto, troppo tempo all’ospedale in coma, poi riapre gli occhi e si ritira nella sua tenuta svizzera, dietro al silenzio religioso della famiglia, che fa entrare solo pochissime persone. Il grande campione è ancora tra noi, ma si sente la sua mancanza. Qualcuno prova a violare la sua privacy, altri speculano indiscriminatamente intorno alla sua salute. In questo decennio se ne sono sentite di tutti i colori.

Le dinamiche dell’incidente

Sono le 11.07 del 29 dicembre 2013, quando Michael incappa su quella dannata roccia, non segnalata, in un piccolo fuoripista. Indossa il casco, munito di telecamera, ma non basta. L’urto, seppur a velocità ridotta, buca la protezione e ferisce il cranio. I soccorsi, arrivati quasi subito, non si rendono conto della gravità delle condizioni di Schumacher, tratti in inganno – probabilmente- dal fatto che il pilota è cosciente. Il campione tedesco, quindi, viene trasportato con l’elicottero nel piccolo ospedale di Moutiers e più tardi a Grenoble. Minuti sprecati. Da quel giorno si sono susseguiti due interventi chirurgici, il coma di quattro settimane, un trasferimento in un centro di Losanna e, infine, il ritorno a casa, a Gland. Purtroppo, nel tempo, non sono mancati i falsi scoop e le rivelazioni ingannevoli sulle condizioni dell’ex alfiere della Ferrari.

Le speculazioni sulla sua salute

Il web è terreno fertile per le fake news, che non lasciano in pace neppure Schumacher, trincerato dietro al muro innalzato dalla sua amorevole famiglia. Si parla di cure sperimentali per un uomo ridotto a un peso di appena 35 kg, fino a presunte foto del campione allettato, impossibilitato a muovere il minimo muscolo. Tutte falsità. Per arrivare alla trovata di cattivo gusto propinata dal giornale tedesco “Die Aktuelle”, che si è permesso di sviluppare un’intervista grazie all’intelligenza artificiale, cosa che ha portato alle scuse e alle dimissioni del caporedattore.

michael schumacher
L’intervista fake della rivista tedesca “Die Aktuelle”

Purtroppo, come sta Michael lo sanno solo i membri del suo “cerchio magico”: la moglie Corinna, il figlio Mick, la figlia Gina Maria, il fratello Ralf, oltre all’assistente di sempre Sabine Kehm e Jean Todt. In un documentario per Netflix, proprio Corinna ha detto: “Michael c’è, è diverso ma c’è. Non ho mai incolpato Dio. È stata solo sfortuna, poteva capitare a chiunque. Certo, mi manca ogni giorno. Ma non sono l’unica a cui manca. I bambini, la famiglia, suo padre, tutti intorno a lui. Michael manca a tutti. Ma Michael c’è. E questo ci dà forza, credo“. Purtroppo da quella sciagurata mattina di dieci anni fa niente è più stato uguale. E Schumi manca tremendamente a tutti, non solo ai suoi cari, ma anche al suo devoto popolo.

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