“Li ho fatti uscire, poi l’esplosione”. Così l’autista eroe ha salvato i bimbi in galleria

"Li ho fatti uscire, poi l'esplosione". Così l'autista eroe ha salvato i bimbi in galleria

É finito sotto i riflettori Massimo Mariotti, l’autista di Ascoli Piceno che con sangue freddo e grande professionalità è riuscito a mettere in salvo quarantasette persone, la maggior parte bambini, ospitati nel suo pullman contro il quale si è fiondata un’ambulanza del Potes di Fossombrone. Il terribile impatto avvenuto nella galleria tra Urbino e Fermignano, in cui hanno perso la vita quattro persone a bordo del mezzo di soccorso, poteva trasformarsi in tragedia senza l’intervento provvidenziale dell’autista. Mariotti ha rilasciato alcune dichiarazioni al quotidiano Il Giorno, raccontando quei momenti concitati.

Il racconto dell’autista

“Ho semplicemente fatto quello che dovevo fare in una situazione così drammatica – ha detto – senza lasciarmi prendere dal panico”. Sembra quasi non si sia ancora reso conto di ciò che realmente accaduto in quel budello buio, diventato un inferno nella manciata di pochi secondi.“Sono riuscito a salvare la vita ai miei passeggeri – ha continuato l’autista – non purtroppo a quelli dell’autoambulanza, ci sono quattro morti, sono ancora sotto choc”. La lucidità dimostrata da Mariotti ancora prima del violento scontro è stata decisiva. L’uomo ha prima provato a evitare l’impatto azionando gli abbaglianti e suonando il clacson e, poi, dopo l’incidente, seppure ferito, ha mantenuto la calma pensando esclusivamente a far scendere i bambini dal pullman. Ha aperto le porte e ha urlato ai piccoli di mettersi in fila indiana per allontanarsi quanto prima dal luogo dello scontro. Mariotti temeva, come poi è avvenuto, che l’ambulanza esplodesse. L’autista è stato l’ultimo ad allontanarsi e lo ha fatto solo quando si è reso conto che tutti gli altri erano in salvo.

Le vittime dell’ambulanza

“Ho cercato di mantenere sangue freddo – ha spiegato Mariotti – facendo quello che doveva essere fatto, ma non chiedetemi di più, sono ancora sconvolto per quello che è accaduto, è una questione di rispetto per i morti”. Le vittime dell’ambulanza sono state tutte identificate. Si tratta di Stefano Sabbatini, l’autista di 59 anni, dell’infermiera Cinzia Mariotti, 49 anni, del medico Sokol Hoxha, di 41 anni, e del paziente Alberto Serfilippi, di 85 anni. Quattro vite spezzate in un attimo per le quali non c’è stato nulla da fare.

La testimonianza

Con il quotidiano milanese ha parlato anche Stefano Ruggieri, uno dei catechisti in gita con i bambini che ha ricordato i momenti subito dopo l’incidente. “Dopo l’impatto – ha raccontato – abbiamo subito soccorso i bimbi rimasti feriti. Alcuni sanguinavano dalla testa, abbiamo cercato di tamponare i tagli con fazzolettini, ma poi è arrivato l’ordine dell’autista di abbandonare il pullman. Abbiamo fatto in tempo a recuperare i giacconi dei ragazzi, quindi siamo scesi e abbiamo notato che dall’ambulanza iniziava a uscire fumo. Ma ci siamo incamminati con ordine”. Ruggieri ha elogiato il comportamento dei piccoli. “Hanno assunto atteggiamenti da adulti – ha concluso – hanno rispettato i comandi, sono stati bravissimi”.

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