Ferragni, indaga pure Trento. E spunta l’ipotesi di “frode in commercio”

Ferragni, indaga pure Trento. E spunta l’ipotesi di "frode in commercio"

Milano, Cuneo, Prato e adesso anche Trento. Sono quattro le procure che, almeno per il momento, hanno deciso di aprire un fascicolo conoscitivo sul caso del pandoro Balocco e dell’accordo con Chiara Ferragni. Tutte e quattro si sono mosse a seguito dell’esposto di Codacons e Assourt, che si sono rivolte a tutte e 104 procure italiane. Per tale ragione non è escluso che nei prossimi giorni ci siano anche altre procure disposte ad approfondire il caso, con le relative indagini in merito. Anche Trento, al pari delle altre, ha aperto un fascicolo ad articolo 45, ossia senza ipotesi di reato e indagati, un atto dovuto per poter acquisire la documentazione necessaria per valutare la sussistenza di eventuali fatti di rilevanza giuridica nel caso e, quindi, cambiare modello al fascicolo per procedere.

Nelle prossime settimane si potrebbe anche configurare una problematica di competenza operativa, in caso di indagati e reati. Per un criterio di logicità, le più titolate a procedere per la logica della competenza sono Milano e Cuneo. La prima in quanto le due società di Chiara Ferragni coinvolte nella vicenda hanno la propria sede legale nel capoluogo lombardo, la seconda perché l’azienda Balocco ha la propria sede a Fossano, in provincia di Cuneo. Questi sono comunque elementi secondari, che avranno rilevanza solamente in caso che le indagini configurino un reato.

Per il momento, la procura di Milano starebbe valutando, stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, la modifica del fascicolo in “frode in commercio“. Non è attualmente sul tavolo l’ipotesi della truffa aggravata ipotizzata dal Codacons. Nel mirino c’è il comunicato stampa in cui le vendite del pandoro sono state legate alla beneficenza, anche se in realtà non è mai stato così. Nelle carte ottenute dall’Authority si mette in rilievo che la comunicazione relativa all’operazione è stata completamente gestita dalle società in capo a Ferragni. In questi giorni il procuratore Fusco sta analizzando le carte e valutando il contenuto di quella che viene definita un’operazione “giuridicamente ardita“. Tra gli obiettivi della procura di Milano c’è l’identificazione di tutti i soggetti coinvolti, non solo nell’affair Balocco ma anche in quello delle uova di Pasqua Dolci Preziosi.

Gli avvocati dello studio legale Bana che stanno seguendo l’influencer escludono che possano esserci reati. Si dicono tranquilli, pronti a fornire chiarimenti agli inquirenti ma stigmatizzano il “gioco al massacro” sulla propria assistita. Al momento non hanno ancora rilasciato alcuna dichiarazione pubblica e pare che non verrà rilasciata nemmeno nei prossimi giorni, almeno fino al prossimo 6 dicembre. La procura di Milano, intanto, ha già dato mandato alla polizia finanziaria di acquisire la documentazione dell’istruttoria che ha portato l’Antitrust a multare le società di Ferragni e l’azienda dolciaria. Con un “blitz” serale, la Guardia di finanza ha reperito quanto richiesto nella serata del 27 dicembre e ora il materiale è sul tavolo della procura. Nei prossimi giorni potrebbe essere sentita anche l’influencer.

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