Caso Anas, nuovi guai per i Verdini

Dalle intercettazioni le falle dell'affare Anas

Un’inchiesta che colpisce i piani alti di Anas, l’azienda pubblica delle strade, da sempre periodicamente oggetto delle attenzioni della magistratura; e che contemporaneamente, insieme ad altri quattro coindagati, manda agli arresti domiciliari il 33 enne figlio di un ex potente già in passato nel mirino della giustizia. Si tratta di Tommaso Verdini, figlio di Denis: che a pochi giorni dalla sentenza che ha inflitto al padre un altro anno di carcere stavolta per la vicenda Consip, viene colpito dall’ordinanza di custodia spiccata dal giudice preliminare romano Francesca Ciranna.

Verdini junior è accusato insieme al padre di corruzione e turbativa d’asta per le attività della Inver, la società di consulenza di famiglia. Secondo il gip, i due Verdini avrebbero comprato i favori di due dirigenti di Anas Luca Cedrone e Paolo Veneri, promettendo in cambio «l’intervento in sedi politiche e istituzionali per la riconferma in posizioni apicali di Anas o comunque la loro ricollocazione in ruoli apicali ben remunerati in organismi di diritto pubblico». Secondo la ricostruzione degli inquirenti, in cambio delle pressioni che sarebbero state promesse dai due Verdini (in particolare su Massimo Bruno di Fs e su Diego Giacchetti di Anas), i due manager avrebbero truccato le gare d’appalto cui erano interessati gli imprenditori Antonio Veneziano, Stefano Chicchiani e Angelo Ciccotto, clienti della Inver.

Tra gli indagati compare anche Domenico Petruzzelli, responsabile centrale delle infrastrutture Anas; indagato l’ex amministratore delegato di Anas Massimo Simonini, attualmente commissario straordinario del governo per il completamento della statale Jonica. Nella richiesta di custodia spiccata dalla Procura si afferma che nelle intercettazioni viene citato anche il sottosegretario leghista al Ministero dell’economia Federico Freni come possibile aggancio della Inver. Ma non risulta che Freni sia indagato.

L’inchiesta si focalizza sul periodo «di passaggio dalla vecchia alla nuova dirigenza Anas» successivamente al passaggio dell’azienda sotto il controllo delle Fs. Le intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate dalla Guardia di finanza documenterebbero le richieste di ricompensa che i manager Anas avrebbero rivolto alla società dei Verdini («quello che chiedono non è cose semplici… la promozione, la sistemazione…»). Il figlio di Verdini avrebbe confermato di poter fornire ai manager l’aiuto richiesto: in una conversazione ambientale, parlando di Petruzzelli, dice «caro Domenico mi hai chiesto di proteggerti nonostante le indagini… si è parlato noi, li abbiamo convinti che sei una persona seria, addirittura al punto che potresti essere il futuro dell’Anas. Massimo Bruno sa che ti deve proteggere, il sottosegretario all’Economia sa che ti deve proteggere».

Secondo l’ordinanza, le promesse hanno dato i loro frutti; «sia Cedrone che Veneri non solo sono stati confermati negli incarichi che avevano in precedenza ma hanno avuto incarichi nuovi e ulteriori». «Gli indagati hanno agito con spregiudicatezza. I fatti sono gravi ed è attuale il pericolo di reiterazione del reato». Anche perché, secondo il giudice, neanche le perquisizioni di qualche mese fa avrebbero convinto il gruppo a cessare le attività.

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