A cosa serve definire e realizzare degli obiettivi. Ne parliamo con la lifecoach Laura Campanello

Definizione degli obiettivi, come renderli concreti. I consigli della life coach

All’inizio di un nuovo anno ci si ritrova a definire nuovi obiettivi con tanto entusiasmo e motivazione.

Nel definirli è inevitabile ritrovarsi a fare bilanci su ciò che è stato nell’anno precedente. Serve inevitabilmente per fare chiarezza su ciò che siamo e quello che vogliamo. Molte sono le persone che si ritrovano a stilare una lista di buoni propositi e quindi a “mettere nero su bianco” desideri e sogni che vorrebbero realizzare nell’anno appena cominciato.

Peccato però che nella grande maggioranza dei casi già a marzo ci si ritrova ad accantonare quella lista non attribuendole più valore. Diversi sono i motivi che spingono molte persone a mollare gli obiettivi che si erano prefissati. Dalla scarsa motivazione o persino a causa della natura stessa dell’obiettivo prefissato che nel corso del tempo ci sembra irraggiungibile.

Il problema è che spesso non si conosce ciò che si desidera davvero e si inseguono sogni e obiettivi che non ci appartengono sino in fondo ma che sono dettati dalle convezioni o dal giudizio altrui. Imparare a conoscersi meglio aiuta a definire al meglio il proprio percorso evolutivo. Di obiettivi e come renderli concreti nel corso del nuovo anno ne abbiamo discusso con Laura Campanello, life coach e filosofa che in questa intervista ci fornisce dei preziosi suggerimenti e consigli per realizzare efficacemente degli obiettivi concreti.

Laura, si è concluso un anno. È bene ritrovarsi a fare un bilancio di quello che è stato?

“Fare un bilancio può essere opportuno perché ci consente una visione complessiva di ciò che abbiamo vissuto, di ciò che abbiamo scelto, e di ciò che abbiamo subito. Ma è utile farlo solo se ci permette di rielaborare questi eventi e alla luce di essi ci consente di procedere in una direzione ancora più opportuna per noi. Invece il bilancio che rischia di farci cadere in una vittimistica visione di noi stessi e della nostra esistenza penso vada evitato: ci riempirebbe di invidie, rimpianti e rancori”.

Come e in che misura quelli che reputiamo dei fallimenti possono aiutarci a migliore nel nuovo anno?

“I cosiddetti fallimenti sono dei segnali visibili del fatto che probabilmente avevamo intrapreso una strada sbagliata o avevamo sottovalutato quello che avremmo incontrato o avevamo sopravvalutato noi stessi o avevamo posto la nostra asticella delle aspettative troppo in alto. Fare queste valutazioni nel corso del nostro bilancio è proprio ciò che ci permetterà di posizionare meglio il timone del nuovo anno, accettando che comunque arriveranno altri fallimenti. Stare al mondo significa anche accettare di dover e poter ritarare costantemente la nostra direzione esistenziale”.

C’è chi in questo periodo stila una lista di buoni propositi e obiettivi da realizzare. Quanto è importante per il proprio percorso evolutivo definire un obiettivo da raggiungere?

“Indubbiamente stabilire un obiettivo desiderabile è importante, ci fa da traino e ci orienta nel nostro incedere. Il rischio è che a volte ci si intestardisce su quell’obiettivo senza più ascoltare, mentre procediamo, se il desiderio che ci ha mosso è ancora vivo in noi e se la direzione intrapresa ci fa sentire in corso di fioritura oppure diventa solo la dimostrazione di una presunta caparbietà che giudichiamo come positiva in se stessa. Non credo sia importante raggiungere l’obiettivo a tutti costi, ma credo che sia importante restare appassionati nei confronti dell’obiettivo che perseguiamo”.

Come rendere concreto un obiettivo?

“Per rendere un obiettivo concreto dobbiamo immaginarcelo come la tappa finale di un percorso fatto di piccole decisioni, piccole e grandi abitudini, ritualità e ritmi che dobbiamo dedicarci per mantenerci orientati e vigili nella nostra direzione. Dobbiamo sempre ricordarci che anche i più grandi progetti sono partiti da piccoli passi. Altrimenti il rischio è che ci sembri così grande o inarrivabile ciò a cui tendiamo da scoraggiarci ancora prima di partire o di partire entusiasti ma stancarci poi in fretta. Correre una maratona pensando di correre i 100 metri piani non è una buona strategia!”

Quanto è importante la coerenza nei confronti di ciò che si è nella definizione di un obiettivo?

“Essere coerenti con sé stessi vuol dire portare avanti i propri valori e le proprie priorità, significa quindi sentire corrispondenza tra ciò che si ritiene importante ed essenziale per noi e ciò che realmente si fa nella nostra realtà. Quando questa corrispondenza manca ogni scelta e ogni atto si fanno più pesanti, faticosi da reggere e quindi insostenibili”.

Si stima che nella definizione dei buoni propositi per il nuovo anno già a giugno 6 persone su dieci tenderanno a mollare tutto. Perché avviene ciò?

“I buoni propositi di solito poggiano più su un senso del dovere che su un vero desiderio di cambiamento. Oppure vengono elencati in maniera superficiale, sottostimando quanta necessità di cambiamento sta sotto ogni proposito. Spesso si sottovaluta l’impegno per raggiungerli o ci si sopravvaluta nella capacità di soddisfarli. Scriverli non costa niente, ma se restiamo in una specie di pensiero magico per cui basta volere le cose affinché accadano, resteremo delusi. Penso valga la pena averne uno solo e portarlo fino in fondo, con disciplina (brutta parola ma necessaria) e motivazione e una volta raggiunto, farsi i complimenti, godere del risultato e proporsi un nuovo obiettivo”.

Un consiglio per non cedere alla tentazione di mollare tutti i buoni propositi…

“Averne pochi, il più possibile chiari nelle loro motivazioni di base e accettare da subito che bisognerà probabilmente ricominciare più volte da zero, ma ogni volta avremo imparato qualcosa di più su di noi e sulla nostra motivazione ad andare avanti e quindi, in realtà, ogni ripartenza sarà sempre da un gradino più alto del precedente. . In fondo il percorso per raggiungere i propri propositi è un percorso soprattutto di conoscenza di sé e delle proprie fragilità come delle proprie forze ed è anche un percorso di messa a fuoco sempre più chiara di cosa ci interessa davvero. Spesso il percorso di raggiungimento di un obiettivo attiva in noi delle emozioni contrastanti che si fa fatica ad accettare”.

Quando può essere utile chiedere aiuto ad un life coach?

“Sicuramente quando l’oscillazione tra emozioni contrastanti si fa eccessiva o intollerabile, o quando ci pare di essere caduti in un loop paralizzante che non ci permette di comprendere la direzione che vorremmo tenere o le motivazioni che ci muovono. Quando siamo troppo condizionati dal giudizio altrui e non riusciamo più a riconoscere la nostra autentica voce interiore che ci può orientare”.

Qual è il ruolo del life coach nella definizione e raggiungimento degli obiettivi?

“Ha il ruolo di aiutarti a diradare quella nebbia che a volte si crea quando devi prendere decisioni importanti. Ha il ruolo di porti quelle domande che da sola o da solo rischi di non farti o di farti nella maniera sbagliata, cadendo nel giudizio di te stessa/o. Il life coach non ti giudica, ti aiuta a guardarti dall’esterno e ad ascoltarti finché tu possa conoscerti meglio, comprendere i tuoi obiettivi, scegliere il tuo stile di vita e stare meglio la mondo, comprendendo cosa conta davvero per te e realizzandoti”.

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