Nell’epoca dove ci si affida con tranqullità a sistemi di controllo computerizzati e algoritmi che ne regolano le decisione, il fattore umano può ancora fare la differenza. A ricordarcelo è il risultato dell’inchiesta condotta su una tragedia sfiorata l’anno scorso, nella mattina del 31 dicembre, che stava portando alla collisione un aereo da turismo dimenticato sulla pista dell’aeroporto di Bordeaux-Mérignac, e un Airbus A320 operato dalla compagnia Easyjet.
Il caso
Erano le 10.30 del mattino quando il piccolo monomotore da turismo, un Robin D400 pilotato da un privato, viene posto in fase di rullaggio su una delle piste dello scalo aereo di Bordeaux. Il suo slot di decollo è successivo a un aereo di linea operato dalla compagnia di bandiera francese, un Airbus A321 di Air France pronto al decollo sulla pista 23. Il traffico aereo nell’ultimo giorno dell’anno è intenso, e dalla torre di controllo viene dato il permesso di atterrare ad un altro aereo passeggeri: un Airbus A320 operato da EasyJet in arrivo da Londra che deve percorrere altri 24 chilometri prima di approcciare la pista. C’è tutto il tempo.
Appena 20 minuti dopo, l’aereo di linea di Air France ha lasciato la pista e il controllore della torre di Bordeaux-Mérignac da l’ok anche al piccolo aereo da turismo: può avvicinarsi alla pista 23 e allinearsi in attesa del permesso di decollare. Attenderà un paio di minuti perché la scia lasciata dall’Airbus non provochi alcuna turbolenza durante il decollo del monomotore ad elica che, a pieno carico, pesa appena 1000 kg; a differenza di chi lo precedeva, un bireattore che sposta in aria 83mila kg di peso e porta con se fino a 244 anime. Alle 10.52 e 53 secondi, intanto, l’A320 di Easyjet, di stazza poco minore del A321, guadagna terreno verso la pista accordata. Dista solo 15 chilometri.
“Dimenticato” sulla pista
Il piccolo Robin Ar400 resta in attesa dell’ok per il decollo sulla pista 23. Dalla torre di controllo nessun segno. “Il controllore in quel momento è in costante contatto con i piloti di diversi aeromobili”, viene reso noto dall’inchiesta. Così alle 10.56 e 6 secondi, quando l’A320 di Easyjet è a soli tre chilometri dalla pista, con 179 passeggeri a bordo, dalla torre di controllo di Bordeaux-Mérignac viene dato il permesso di atterrare sulla pista 23 come da programma. L’aereo da turismo è stato dimenticato là, a bordo ci sono padre e figlio, e sarà proprio il pilota di questo piccolo aereo da voli della domenica a segnalare alla torre che sta arrivando un aereo di linea sulla sua coda, e lui è ancora là, in mezzo alla pista 23. Che forse è il caso di ricevere l’ok perché la scia dell’Air France era certamente svanita dell’aria ormai leggera.
La tragedia viene impedita da 7 secondi e 54 metri di distanza tra l’avvertimento del pilota, il passaggio in torre e la chiamata radio che avverte i piloti del volo Easyjet di interrompere immediatamente l’avvicinamento mentre l’A320 è a solo 70 metri di quota dal suolo e mille metri dalla pista. Il tempo di recepire il messaggio ed eseguire la manovra, e il grande Airbus passa radente, ad appena 54 metri di altezza sulla teste del Dr400 che sente bene i due motori a reazione e la scia che si portano a presso mentre resta sulla pista. A un pelo dalla collisione, ma dopo tutto al sicuro.
Il primo ufficiale dell’Airbus arrivato a un passo dall’atterrare su un velivolo in fase di rullaggio con conseguenze inimmaginabili che avrebbero potuto portare alla totale perdita di controllo dell’aereo passeggeri, oltre che alla morte certa di chi era a bordo dell’aereo da turismo “dimenticato sulla pista”, ha parlato di un comportamento “dilettantesco” da parte del controllore di volo. Il pilota del Dr400 ha riferito di non pensare di essere stato “dimenticato dal controllore” e di non immaginare che i piloti in discesa “non riuscissero a vederlo fermo sulla soglia della pista su cui stavano per atterrare”. Ma ciò che appare chiaro nell‘inchiesta condotta dal Bureau of Investigation and Analysis è che “il controllore ha autorizzato tardivamente l’A320 ad atterrare, dimenticando la presenza del Dr400” sulla pista 23 dell’aeroporto di Bordeaux-Mérignac la mattina del 31 dicembre del 2022.
Il rapporto delle autorità preposte
Il rapporto di 63 pagine consegnato dal Bureau of Investigation and Analysis (BeA) per la sicurezza dell’aviazione civile ha messo in luce come l’organizzazione del lavoro dei controllori del traffico aereo presso l’aeroporto di Bordeaux-Mérignac possa essere stata alla base della tragedia sfiorata, essendo “dimezzato” da 3 a 6 membri come regolarmente previsto.
Secondo il Bureau of Investigation and Analysis for Civil Aviation Safety, la condizione che si è manifestata il 31 dicembre scorso, e ha quasi sfiorato la tragedia, non può essere considerato come un problema isolato. Viene per questo sollevata una certa preoccupazione riguardo quella che Francetv.info definisce “l’autogestione dell’orario di lavoro dei controllori del traffico aereo”, “un consenso sociale, radicato da molti anni presso la Dsna, (Direzione dei servizi di navigazione aerea)”, la quale consente la persistenza di “una situazione in cui le squadre di controllori organizzano, al di fuori di qualsiasi quadro giuridico, un livello generalmente inferiore di personale presente al personale teoricamente determinato se necessario”. In questo caso l’attenzione dei piloti civili ha fatto la differenza, ma non vogliamo immaginare cosa sarebbe accaduto nel caso le condizioni atmosferiche avessero concesso una scarsa visibilità a occhio nudo.