Il Governo scende in campo sul dossier dell’ex Ilva (Acciaierie d’Italia – Adi) e prepara un faccia a faccia con i franco-indiani di ArcelorMittal, il socio privato di AdI. Ma il super vertice sarà l’8 gennaio.
Si va dunque al 2024 e oggi, quello che doveva essere il giorno del giudizio, sarà solo l’ennesimo passaggio con rinvio. I soci di AdI (Invitalia al 38% e Arcelor al 62%) non riescono a trovare la quadra e nemmeno oggi daranno esito all’aumento di capitale da 1,3 miliardi (320 milioni + 1 miliardo) necessario alla sopravvivenza del gruppo, ormai privo di liquidità.
Il governo avrà quindi a disposizione un’altra decina di giorni per delineare la strategia di salvataggio. Da un lato, resta la possibilità che l’esecutivo possa convincere ArcelorMittal a fare la sua parte e, dall’altro, che decida di salire in maggioranza e chiedere al privato un esborso meno rilevante. O addirittura di fare spazio ad altri investitori ancora da definire. Il tempo però è sempre meno e la società è letteralmente appesa a un filo, sempre più sottile. L’8 gennaio, quindi, sarà davvero il giorno del giudizio per Taranto, Genova, Novi Ligure e i 12mila lavoratori coinvolti. Una situazione che difficilmente sarà «digerita» dai sindacati: i segretari generali di Fim, Fiom, Uilm, Usb e Ugim domani (venerdì 29) incontreranno i rappresentanti del governo a Palazzo Chigi con probabili nuove rassicurazioni, ma senza i dettagli di una trattativa che fino all’ultimo necessita di tenere le carte il più possibile coperte.