Un dirigente di primo piano del partito la definisce, in privato, «la strategia dell’opossum»: fingersi morti, restando immobili, nella speranza che il pericolo si allontani da solo.
Il pericolo si chiama Giuseppe Conte, che ha un chiaro obiettivo, in vista delle elezioni europee: delegittimare l’opposizione del Pd per succhiarne i voti e superarlo nelle urne. L’opossum è il Pd di Elly Schlein, che rifiuta ostinatamente di reagire agli assalti, restando muto e inerte. É successo quando l’ex premier ha tirato in ballo persino la «questione morale del Pd» per irridere l’ipotesi di Schlein come potenziale «federatrice» del centrosinistra. É successo quando Conte ha votato con l’ex alleato Salvini e con Meloni contro il Mes (da lui stesso firmato), su una linea anti-Ue opposta a quella dem: «Era un assist formidabile per denunciare la falsa opposizione di M5s e le sfacciate contraddizioni del suo populismo filo-sovranista, ma Schlein lo ha lasciato cadere», lamenta un parlamentare. C’è chi giustifica la scelta: «Ha fatto bene a non rispondere direttamente, anche per non rilanciare le provocazioni continue di Conte», dice Matteo Orfini. E c’è chi, dal Nazareno, spiega che si tratta di una scelta oculata: Schlein è convinta che il governo Meloni, subito dopo le Europee, sia destinato a saltare. E «il Pd deve farsi trovare pronto per le elezioni anticipate: l’alleanza coi 5S sarà obbligatoria». Spiega il franceschiniano Alberto Losacco: «Schlein è convinta di poter fare meglio di Conte alle europee, e comunque vuole tenere unita la coalizione perchè sa che dopo quel voto cambia tutto». Ma i segnali, per ora, vanno tutti in direzione contraria: nelle regioni in cui si voterà nei prossimi mesi l’unico accordo raggiunto è in Sardegna, perchè il Pd ha ingoiato la candidata di Conte. Il quale, subito dopo, ha invece bocciato tutti i nomi proposti dal Pd nelle altre regioni (vedi il caso Piemonte). Idem per le Comunali. Tra i dem l’allarme cresce, e la remissività di Schlein nei confronti di Conte lo alimenta: «Anche perchè una cosa è chiara a tutti: se alle Europee i 5s si attestano sopra o appena sotto il Pd, non finisce solo la leadership di Elly: finisce il partito», dice un ex ministro. E i segnali minacciosi aumentano: a Firenze, dove la segretaria ha imposto come candidata sindaca la fedelissima dell’uscente Nardella (candidato alle Europee) Sara Funaro, la ex assessora e aspirante sindaca Cecilia del Re ha annunciato ieri che lascia il Pd insieme lancia una lista civica. Contro Funaro si candida anche la renziana Stefania Saccardi, mentre i 5s punteranno su un quarto nome. E il rischio di regalare una città «rossa» simbolica alla destra è improvvisamente diventato altissimo.