Non “tutto il mondo è paese”: il celebre detto non si sposa con l’aspettativa di vita che varia notevolmente in base a diversi fattori che si incontrano nelle diverse zone del nostro pianeta e che sono dovuti ai più disparati motivi. Se è anche vero che il progresso della medicina ha allungato l’età media, alcune aree in particolare sono piene di centenari: una di queste si trova anche in Italia.
Cosa sono le “Blue zones”
Lui si chiama Dan Buettner, fondatore di Blue Zones, ed è un giornalista ed esploratore del National Geographic oltre a essere un produttore pluripremiato e autore di bestseller del New York Times. È lui ad aver coniato questo termine per indicare le cinque zone del mondo dove la gente arriva e supera i 100 anni: Okinawa (Giappone), Sardegna (Italia), Nicoya (Costarica), Icaria (Grecia) e Loma Linda (California). Come possiamo osservare, c’è una trasversalità di aree che si trovano anche in luoghi diametralmente opposti ma con questa caratteristica in comune.
I “segreti” dei centenari
“Per arrivare a 100 anni bisogna aver vinto la lotteria genetica. Ma la maggior parte di noi ha la capacità di sopravvivere fino ai 90 anni e in gran parte senza malattie croniche“, spiega Buettner. “Come dimostrano gli avventisti, l’aspettativa di vita della persona media potrebbe aumentare di 10-12 anni adottando uno stile di vita da Zone Blu”. E allora, quali sono questi segreti elisir di lunga vita? Innanzitutto, le persone più longeve del mondo non si allenano, non corrono maratone e non sono iscritte in palestra ma vivono in ambienti “che li spingono costantemente a muoversi senza pensarci“: il movimento, quindi, è un alleato della longevità. Subito dopo ecco il “senso della vita”: perché i centenari hanno ancora voglia di svegliarsi la mattina? “Conoscere il proprio senso di scopo vale fino a sette anni di aspettativa di vita in più”, aggiungono gli esperti.
Cos’è la “regola dell’80%”
Un altro punto a loro favore è vincere lo stress di cui soffrono anche gli abitanti delle Blue zones ma hanno una diversa capacità di liberarsene: ad esempio, gli abitanti di Okinawa ogni giorno ricordano i loro antenati prendendosi le giuste pause mentre i sardi sono soliti fare happy hour. Quarto “segreto” riguarda la tavola e il cibo che si intende mangiare: i giapponesi sono certi che bisogna smettere quando lo stomaco è pieno all’80%. “Il divario del 20% tra non avere fame e sentirsi sazi potrebbe fare la differenza tra perdere peso o aumentarlo. Le persone nelle zone blu consumano il loro pasto più piccolo nel tardo pomeriggio o nella prima serata e poi non mangiano più per il resto della giornata”.
Alimentazione e alcol
Ovviamente, un ruolo fondamentale viene ricoperto dall’alimentazione in generale: fagioli, fave, soia e lenticchie sono considerati pietre angolari della maggior parte delle diete dei centenari. La carne, specialmente quella di maiale, non viene consumata più di cinque volte al mese con porzioni che non superano la grandezza di un mazzo di carte. Si può rinunciare al vino? Certamente no ma in modo moderato e responsabile non superano uno o due bicchieri al giorno sempre durante i pasti evitando superalcolici o di bere tanti bicchieri, ad esempio, il sabato sera.
Settimo punto a favore dei centenari è l’appartenenza a comunità religiose. “Tutti i 263 centenari che abbiamo intervistato tranne cinque – spiegano i ricercatori – appartenevano a comunità religiose. La denominazione non sembra avere importanza. La ricerca mostra che frequentare i servizi religiosi quattro volte al mese aggiungerà 4-14 anni di aspettativa di vita”.
Chi arriva o supera i 100 anni ha molto a cuore la propria famiglia: i centenari nelle zone blu hanno figli e nipoti nelle vicinanze di casa e si impegnano con un compagno di vita che si traduce in altri tre anni guadagnati nell’aspettativa di vita. Infine, ma non per importanza, ecco il concetto di comunità che li aiuta a vivere più a lungo. “Le persone più longeve del mondo hanno scelto, o sono nate in circoli sociali che sostenevano comportamenti sani” con amicizie durano da una vita.
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