“La maternità ritorni cool”. La deputata Fdi scandalizza la sinistra

"La maternità ritorni cool". La deputata Fdi scandalizza la sinistra

La maternità torni a diventare di nuovo cool. Dobbiamo far sì che le ragazze di 18 anni, di 20 anni, vogliano sposarsi e vogliano mettere su una famiglia“. Con queste affermazioni, la parlamentare di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni ha fatto indignare la sinistra. Perché al giorno d’oggi si può dire di tutto finché si rimane nell’alveo del pensiero unico progressista, ma nonappena ci si spinge oltre iniziano le crisi di nervi. Promuovere la maternità in un Paese in piena crisi demografica dovrebbe essere normale, oltre che giusto, se non fosse che a sinistra ogni richiamo alla genitorialità tradizionale viene erroneamente considerato un attacco all’emancipazione femminile e alla modernità.

Mia mamma mi diceva sempre: ricordati che qualsiasi aspirazione tu abbia – e io volevo fare politica a 12 anni – tu devi ricordare che hai l’opportunità di fare quel che vuoi ma non devi mai dimenticare che la tua prima aspirazione deve essere quella di essere mamma a tua volta“, ha dichiarato Mennuni durante un’odierna diretta tv su La7, sostenendo che oggi le donne più adulte dovrebbero rammentare quello stesso concetto alle loro figlie. “Non dobbiamo dimenticare che esiste la necessità, la missione – la vogliamo chiamare così? Perché io penso sia una cosa bella – di mettere al mondo dei bambini, che saranno i futuri cittadini e italiani“, ha anche aggiunto la senatrice di Fratelli d’Italia. Poi, l’appello affinché si lavori tutti insieme affinché “la maternità torni a diventare di nuovo cool“.

Ebbene, tanto è bastato a scandalizzare la sinistra. “L’Italia deve diventare un Paese con una democrazia paritaria matura, mentre con questa destra rispunta sempre il modello di famiglia patriarcale, che peraltro neanche gli stessi esponenti politici praticano”, ha attaccato dunque la senatrice del Pd Valeria Valente e la tesoriera di +Europa, Carla Taibi, le ha fatto eco: “In Italia governa un partito che considera le donne nient’altro che strumenti per la riproduzione. Dovremmo entrare nel 2024 e invece sembra di essere nel 1924“. Ovviamente Mennuni non aveva messo in contrapposizione la realizzazione personale delle donne e la maternità, ma il dettaglio è sfuggito completamente alle indignatissime detrattrici. “Le frasi pronunciate oggi dalla senatrice Mennuni di Fratelli d’Italia sono pericolose e offensive. Pericolose perché Fratelli d’Italia vede la donna esattamente come 100 anni fa. E sta instillando una narrazione culturale che vuole riportare la donna indietro rispetto a tutte le conquiste fatte“, ha accusato la senatrice M5S Barbara Floridia, presidente della commissione di vigilanza Rai, parlando di “arretratezza culturale” e addirittura di “cattiveria nei confronti di tutte le donne che non possono avere figli e che, da queste parole, si sentono offese personalmente“.

Ora, se parlare di maternità è una “cattiveria” ci chiediamo allora come possano essere definite certe aperture di sinistra sull’utero in affitto e certe battaglie culturali che in definitiva negano persino le distinzioni di genere e il fatto che i bambini nascano da un uomo e una donna. Oggi, però, in nome dell’inclusione e del progressismo accade che a destare scandalo sia invece la libera opinione di una donna sull’importanza e sulla bellezza della maternità. In difesa della senatrice Mennuni è intervenuto il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli.

Ha detto una cosa reazionaria? Per il pensiero unico di sinistra, che vorrebbe far nascere figli per conto terzi come con l’utero in affitto, o che vorrebbe l’omogenitorialità, tutto è possibile e sperimentabile, tranne mettere al mondo figli nel modo più antico e peraltro unico esistente: attraverso l’unione di un uomo e una donna. Alla donna in particolare, l’unica biologicamente in grado di dare la vita, sempre il pensiero unico di sinistra impone il disconoscimento della funzione più preziosa per l’intera umanità“, ha replicato il parlamentare di Fratelli d’Italia. E infine: “La tragedia è che questo estremismo neofemminista rischia di alienare alla donna il privilegio della maternità. Ed è esattamente questo il messaggio culturale con cui occorre sconfiggere la denatalità, affiancandolo a politiche economiche di sostegno“.

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