Ha parlato di “coalizione del male” e puntato il dito contro i grandi Paesi occidentali. Italia compresa. Il numero due di Hezbollah, Naim Qassem, ha tracciato così la lista dei nemici contro i quali sarebbe “necessario fare fronte comune” in chiave anti-Israele. Sì, perché il grande nemico dell’organizzazione paramilitare libanese è proprio lo Stato ebraico, che nelle scorse ore aveva proprio lanciato un avverrimento a Hezbollah: l’esecito di Tel Aviv è pronto ad “affrontare” le minacce dalla terra dei cedri e ad alzare quindi il livello della propria difesa.
In un clima dunque già tesissimo, sono arrivate le parole dello sceicco Naim Qassem, pronunciare durante la commemorazione dell’assassinio di un combattente di Hezbollah. “È imperativo far fronte alla coalizione del male, rappresentata da America, Israele, Francia, Gran Bretagna, Italia, Germania e altri, con la coalizione del bene, rappresentata dalla resistenza in Palestina, Libano, nella regione e nei paesi onorevoli come Iran, Yemen, Iraq e altri“, ha affermato il numero due dell’organizzazione islamista, delineando così un inquietante scenario da scontro totale, nel quale la lotta contro Israele si estende ai Paesi che sostengono il diritto di Israele a esistere e difendersi.
“Il ruolo della resistenza in Libano e Iraq, a fianco dello Yemen e dell’Iran così come la resistenza a Gaza e in Cisgiordania, aiuta a contrastare il progetto” americano e israeliano in Medio Oriente, ha aggiunto Naim Qassem, che in una recente intervista aveva risposto così a chi gli domandava se ci sarà una guerra totale: “Dipende da quel che succede a Gaza e da quel che farà Israele. Netanyahu vuole la guerra? Non lo sappiamo“. E l’intenzione di Israele è quella di continuare a difendersi dagli attacchi che proseguono anche dal Libano, con raffiche di razzi, missili e droni indirizzati verso il nord dello Stato ebraico. In risposta a quelle minacce, il prossimo obiettivo che le forze di Israele si propongono di abbattere sarebbe proprio il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah.
“La clessidra di una soluzione diplomatica si sta esaurendo. Vale a dire che se il Libano o il mondo non interverranno, le forze israeliane procederanno a distanziare Hezbollah dal confine“, aveva avvertito il governo di Tel Aviv nelle scorse ore. Ma dall’organizzazione libanese, sotto questo punto di vista, non sono arrivate aperture verso una risoluzione. “Israele è stato dissuaso per 17 anni, dal 2006, grazie alla resistenza che si è opposta al suo progetto espansionista“, ha anzi concluso Naim Qassem – secondo quanto riferisce l’Orient-Le Jour – proprio in riferimento a Hezbollah.