C’è il trucco su Conte “poverello”, paradosso Ferragni e ChatGpt: quindi, oggi…

C'è il trucco su Conte "poverello", paradosso Ferragni e ChatGpt: quindi, oggi...

– Tutti siti e i giornali riportano questa fondamentale notizia: Giuseppe Conte è il leader più povero del parlamento italiano. Nel 2022 ha incassato “solo” 24mila euro, praticamente potrebbe chiedere il reddito di cittadinanza o il salario minimo. Ci siano permesse un paio di puntualizzazioni. Primo: Giuseppi non è un poveraccio, visto che prima di entrare in politica dichiarava oltre un milioncino di euro. Secondo: gli fa onore non aver ricevuto alcuno stipendio da coordinatore grillino, ma c’è il trucco. Conte è rimasto leader del M5S a costo zero sapendo che sarebbe presto stato eletto a 10mila euro lordi al mese, spanna più spanna meno. Praticamente ha dovuto aspettare un po’, ma con un’assicurazione sulla vita in tasca. Troppo facile.

– Qui lo dico e lo confermo: mille volte meglio un Matteo Renzi che dichiara 2 milioni di euro, e ci paga le tasse, di un politico che campa solo dello stipendio parlamentare.

– Un italiano su quattro, il 25% per intenderci, ha riciclato per Natale vecchi regali inutili ricevuti dai parenti oppure li ha rivenduti sul web. Siete persone con un secchio dell’immondizia al posto del cuore.

– Chi legge questa rubrica sa come la pensiamo sull’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre. Ma questo non ci impedisca di dire che la profanazione del cimitero islamico di Gerusalemme è una mossa idiota. Da una parte o dall’altra, il problema sono sempre i fanatismi.

– C’è un dettaglio di cui in Italia si parlerà poco, visto che di solito quel che accade all’estero ci interessa come la cronaca della gara di velocità tra un procione e un macaco. Però, ecco i fatti: Emmanuel Macron ha cambiato il capo di gabinetto. Patrick Strzoda era tra i suoi più stretti collaboratori sin dal 2017 e il suo addio non è cosa da poco: è un po’ come se Arianna lasciasse la sorella Giorgia Meloni. Le fonti ufficiali assicurano fosse tutto già programmato, la stampa francese però afferma che di fatto “il rimpasto è già iniziato”. A Parigi infatti il governo è spaccato per la legge sull’immigrazione votata anche da Marine Le Pen. Ne vedremo delle belle.

– È morto Wolfgang Schäuble, falco europeo e papà dell’austerità. Sicuramente un gigante della politica che va dalla riunificazione tedesca alla crisi greca dell’Europa. Ma una cosa va detta: ha perso. L’Ue che sognava, e che ha tentato di costruire con Merkel, per un motivo o per un altro (What ever it takes di Draghi, pandemia), non è mai stata costruita fino in fondo.

– Ci sono notizie che spesso finiscono un po’ nel dimenticatoio. O non vengono prese in considerazione. Questa è forse una di quelle: oggi un paracadutista israeliano ha aperto il fuoco contro i suoi commilitoni in un villaggio gestito dall’esercito durante un periodo di vacanza. Era appena tornato dai duri combattimenti Gaza. Il soldato era in preda agli incubi e ha sparato contro la parete della stanza. L’uomo, secondo gli esperti, soffre di una “reazione ai combattimenti”. È il dramma nascosto della guerra.

– Le banche vanno bene, anzi benissimo. Eppure nel 2023 in tutto il mondo hanno tagliato qualcosa come 60mila posti di lavoro.

– Il New York Times fa guerra a OpenAi e Microsoft per violazione del copyright. Sintetizzo per chi non ha tempo da perdere: il quotidiano americano vuole essere pagata perché ChatGpt – per imparare a scrivere e a rispondere imitando il linguaggio umano – si “allena” ingerendo un’enorme quantità di dati dalla Rete, inclusi i pezzi del NYT. Capisco la logica: fare la guerra alla novità impedendo che, allenandosi sulle tute fatiche, prima o poi finisca col rubarti il mercato. Però, dico però, a questo punto dovremmo forse anche citare per violazione del copyright tutti i giornalisti del NYT che si “allenano” leggendo gli articoli dei quotidiani concorrenti, oppure libri o commenti vari, che immagazzinano nella loro mente e riusano anche per elaborare i propri scritti. No?

– Mi pare che ci sia un grosso paradosso, nel caso dei pandori Balocco. Secondo La Stampa, infatti, Chiara Farragni starebbe mettendo su una task force per affrontare la grana dello scandalo. Non solo avvocati penalisti e civilisti, necessari, ma pare che stia per siglare un accordo anche con una agenzia di comunicazione. E qui sta tutto il paradosso di questa storia: la regina dei comunicatori, quella che ad Harvard hanno trasformato in caso studio, non sa come uscire da una crisi del genere da sola. Fa un tantino sorridere.

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