Continua inevitabilmente a tenere banco la vicenda del pandoro-gate con protagonista in negativo Chiara Ferragni che dopo il mea-culpa per l’accaduto si è chiusa nel più lungo silenzio social da quando è diventata influencer. Non fosse stata vista al parco con i figli non se ne sarebbe più saputo nulla eppure adesso dovrebbe trovarsi in uno dei cinquemila chalet prenotati in montagna anche se nelle storie su Instagram delle sue sorelle non c’è alcuna traccia. Sulla vicenda della beneficienza è entrato a gamba tesa anche l’attore Alessandro Gassmann che ha un’idea molto nobile e precisa su quando si fa del bene al prossimo.
Le parole di Gassmann
Intervistato da Repubblica, l’attore e regista romano di 58 anni ha spiegato chiaramente che la beneficenza in quanto tale “non andrebbe dichiarata né pubblicizzata, altrimenti si potrebbe pensare che si è fatta per trarne vantaggio di immagine. Ma capisco che la riservatezza, insieme alla gentilezza, sia del tutto scomparsa“. Il messaggio è chiaro e lo capirebbe pure un bambino: l’influencer Ferragni ha gridato ai quattro venti che una parte del ricavato (una miseria) sull’acquisto dei pandori Balocco sarebbe finito ai bambini dell’ospedale Regina Margherita di Torino. Sono due le parole chiave ben utilizzate a uso e consumo personale dalla Ferragni: “vantaggio” e “immagine” riassumono perfettamente il concetto ben spiegato da Gassmann.
Il ricordo del padre
La seconda parte del pensiero dell’attore va all’indimenticatible padre, Vittorio Gassmann, che in vita ha sempre aiutato il prossimo senza la necessità di doverlo sbandierare ai quattro venti. “Mio padre ha sempre fatto beneficenza nella sua vita e non ne ha mai parlato pubblicamente – ricorda Gassmann – e la cosa lo ha sempre reso felice, esclusivamente per i risultati ottenuti, pubblicizzarla lo avrebbe messo in imbarazzo. La classe non si insegna né si compra“. Parole chiare e lapidarie: c’è chi sa vivere e comportarsi e chi, dietro nobili motivi, vuole accrescere consenso e popolarità a tutti i costi come la vicenda natalizia della Ferragni ci insegna. Anzi, altro che natalizia, le indagini si estendono anche alle uova di Pasqua con la Procura di Milano già a lavoro dopo l’apertura di un’inchiesta.
La beneficienza non sbandierata
Anche se si è ricchi e famosi, dunque, la beneficienza dovrebbe rimanere una cosa intima e privata come fanno decine di star nazionali e internazionali che non si vantano in diretta social dei soldi che donano come nel caso di Keanu Reeves che ha versato oltre 31 milioni di dollari per la ricerca sul cancro dopo che la sorella Kim è stata costretta a combattere con la leucemia. Un milione di dollari Johnny Depp li ha donati a varie associazioni: erano i soldi della causa vinta contro l’ex moglie, Aber Heard. Discorso simile, per quanto riguarda alcuni nomi italiani, anche per Giorgio Armani e Renzo Rosso che non hanno certamente fatto dei post sui social per far vedere quanto fossero bravi e attenti al sociale.