Alla fine la Casa Bianca non ha salvato la Apple dal divieto di vendita di alcuni modelli dei suoi smartwatch per la violazione di un brevetto che riguarda una funzione introdotta sugli “orologi intelligenti” in grado di misurare anche i livelli di ossigeno nel sangue. Per questo motivo, da oggi è stato imposto il divieto di importazione negli Stati Uniti dei dispositivi di Cupertino.
Le accuse alla Apple
Lo scorso mese di ottobre, la Commissione per il Commercio Internazionale degli Stati Uniti (Itc) aveva stabilito il divieto di vendita per alcuni modelli, nel caso specifico si tratta degli Apple Watch Series 9 e i Watch Ultra 2, nel periodo natalizio dopo la denuncia nel 2021 da parte dell’azienza di tecnologia sanitaria ed elettronica, Masimo Corp, che accusaca apertamente la Apple di aver violato la “funzionalità di ossimetria basata sulla luce“, in pratica quel metodo che verifica la saturazione di ossigeno nel sangue.
La nota della Casa Bianca
La risposta definitiva è arrivata nelle ultime ore e porta la firma di Katherine Tai, ambasciatrice e rappresentante commerciale degli Stati Uniti che ne ha posto il veto. “Dopo attente consultazioni, l’ambasciatrice (Katherine) Tai ha deciso di non revocare la decisione dell’Itc che è diventata definitiva il 26 dicembre 2023“, ha dichiarato l’ufficio esecutivo del presidente degli Stati Uniti in un comunicato. Insomma, l’accusa ha evidentemente trovato riscontro nella realtà anche se Cupertino si era sempre difesa dicendo di non aver violato il copyright ma la sentenza non è dalla sua parte e questi due mesi di tempo non sono serviti per ribaltarla. I due modelli di smartwatch sono spariti già da un paio di giorni dagli store fisici e dal 21 dicembre da quelli online. Non sono così frequenti blocchi del genere: l’ultima volta era capitato nel 2013 quando era presidente Barack Obama il quale intervenne a favore della Apple dopo una causa persa contro i più diretti rivali della Samsung.
Le dichiarazioni della Apple
Già da anni l’azienda con sede a Cupertino è molto attenta alla salute dei consumatori incrementando costantemente le funzioni di fitness e salute a ogni nuova generazione dell’Apple Watch. A settembre, durante la presentazione dell’Apple Watch Series 9 sotto accusa per questa tipologia di problematica, era stato vantato l’aumento delle funzionalità come l’acceso ai dati sanitari e alla possibilità di registrarli come per creare una sorta di cartella medica aggiornata. “I nostri team lavorano instancabilmente per creare prodotti e servizi che mettano a disposizione degli utenti funzioni di salute, benessere e sicurezza all’avanguardia nel settore“, aveva dichiarato Apple quando è stato emesso il divieto dell’Itc.
La disputa con l’azienda Masimo Corp non è nuova: già a maggio un altro processo si era concluso con un nulla di fatto dal momento che i giurati non erano riusciti a raggiungere un verdetto unanime mentre alla fine del 2022 la Apple aveva intentato due cause per “violazione di brevetto” accusando la Masimo di aver copiato i sistemi e le procedure dell’Apple Watch.