È stato appena diffuso il discorso natalizio di Carlo III, il secondo da quando è diventato Re. Quest’anno Sua Maestà ha voluto rinnovare la tradizione, iniziata da Giorgio V nel 1932, scegliendo una postazione, chiamiamola così, piuttosto particolare, che nasconde una sorta di messaggio nel messaggio.
I drammatici conflitti nel mondo
“In un momento sempre più tragico di conflitti nel mondo, prego affinché possiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per proteggerci l’uno con l’altro. Le parole di Gesù appaiono più che mai pertinenti: ‘fai agli altri ciò che vorresti facessero a te’”. Queste parole sono il fulcro del messaggio natalizio di Re Carlo III, che ha voluto sottolineare l’importanza della pace in un momento storico segnato da terribili guerre come quelle in Ucraina e a Gaza.
“Tali valori sono universali e accomunano la famiglia delle religioni abramitiche e le altre fedi nel Commonwealth e nel mondo. Ci ricordano di immedesimarci nei nostri vicini e cercare il loro bene, come cercheremmo il nostro”. Il sovrano, ricordando le fedi che hanno origine nella figura di Abramo, cioè Ebraismo, Cristianesimo e Islam, ci ha ricordato che i valori umani vanno oltre le religioni e la nazionalità. Non hanno barriere, né confini. In questo senso va interpretata anche la citazione del Cristo per fare riferimento a conflitti diversi tra loro dal punto di vista geografico, storico, religioso e politico.
Il Re ha dedicato ampio spazio della difesa del pianeta, ma questo concetto, tenendo conto delle difficili situazioni dei Paesi in guerra, non dovrebbe essere inteso solo in senso ambientalista: “Durante la mia vita sono stato felice di vedere una consapevolezza crescente su quanto dobbiamo proteggere la Terra e il nostro mondo naturale come l’unica casa che noi tutti condividiamo…la storia del Natale ci dice che gli angeli hanno portato il messaggio di speranza prima ai pastori. Queste erano persone che vivevano semplicemente tra le altre creature di Dio. Quelli vicini alla natura furono privilegiati quella notte”.
Re Carlo III ha anche ricordato brevemente la sua incoronazione: “Mia moglie e io eravamo entusiasti quando centinaia di rappresentanti di quell’esercito altruista, volontari che servono le loro comunità in molti modi…si sono uniti a noi all’Abbazia di Westminster per l’incoronazione di quest’anno. Sono la colonna portante della nostra società. La loro presenza ha significato così tanto per entrambi ed enfatizzato il significato dell’incoronazione, una chiamata per tutti noi a servirci l’uno con l’altro ad amare e prenderci cura di tutti”.
Il sovrano ha parlato della protezione del pianeta e degli altri come una sorta di dovere morale, spirituale. Il discorso ecologista è strettamente connesso a quello della solidarietà nei confronti di chi è in difficoltà a causa di povertà e guerre. Anzi, addirittura uno si fonde nell’altro: “Il servizio agli altri non è che un modo di onorare l’intera creazione che, dopotutto, è una manifestazione del divino. Questa è una convinzione condivisa da tutte le religioni. Prendersi cura di questa creazione è una responsabilità delle persone di tutte le fedi e di nessuna. Ci prendiamo cura della Terra per il bene dei figli dei nostri figli”.
L’albero di Natale
Re Carlo III ha registrato il suo discorso di Natale dalla Centre Room di Buckingham Palace, che porta sul balcone del Palazzo. Alle sue spalle era ben visibile il Victoria Memorial sul Mall. Una location molto particolare, decisamente inusuale, probabilmente scelta per ricordare l’incoronazione dello scorso 6 maggio. Accanto a Sua Maestà c’era uno stupendo albero di Natale che nasconde un altro messaggio collegato al discorso: l’albero, infatti, è vivo, le radici non sono state tagliate, sono intatte nel vaso in cui è conservato. Le decorazioni, poi, sono tutte riciclabili e biodegradabili. Un chiaro riferimento al tema della difesa dell’ambiente, una dimostrazione pratica per sensibilizzare il pubblico su questo tema che rappresenta la spina dorsale di tutto il regno di Carlo III.