Era sparito dal 7 ottobre e Israele lo considera uno dei tre bersagli di priorità massima, un obiettivo cruciale per vincere la guerra. Yahya Sinwar, il leader di Hamas a Gaza e “cervello” dell’attacco allo Stato ebraico, è riapparso in un messaggio rivolto ai palestinesi e al mondo intero: “E’ una battaglia feroce, violenta e senza precedenti contro Israele. Le brigate al-Qassam distruggeranno l’esercito di occupazione, sono sul punto di schiacciarlo e non si sottometteranno alle condizioni dell’occupazione”.
Il capo dei terroristi ha anche affermato che gli uomini di Hamas hanno attaccato circa 5mila soldati delle Idf, uccidendone “un terzo, un altro terzo gravemente ferito e l’ultimo terzo reso permanentemente incapace”, oltre ad aver distrutto 750 veicoli militari. Numeri decisamente lontani dal bilancio ufficiale delle vittime dell’esercito israeliano, che ha confermato fino ad ora 156 militari morti dall’inizio dell’offensiva a Gaza e altri 333 uccisi durante gli attacchi terroristici del 7 ottobre. Cifre della propaganda, quindi, presentate in un tentativo di tamponare a livello mediatico l’arretramento costante di Hamas all’interno della Striscia e la perdita del controllo sul territorio, un sintomo del quale sono le rivolte della popolazione affamata che domenica 24 dicembre ha assaltato un camion di aiuti umanitari. Gli agenti di polizia del movimento hanno sparato ad altezza uomo per disperdere la folla, provocando due morti tra cui un minorenne.
Sinwar, ufficialmente il numero due dell’organizzazione terroristica, ne è il leader de facto poiché gestisce tutte le operazioni politiche e militari all’interno dell’exclave palestinese. Il capo politico del movimento, Ismayl Haniyeh, vive infatti in esilio in Qatar da diversi anni. I servizi israeliani ritengono che si nasconda nei tunnel sotterranei nell’area di Khan Younis, sua città natale e zona dove si stanno concentrando la maggior parte dei combattimenti. Fin dall’inizio del conflitto, l’uomo è stato in cima alla lista dei bersagli delle Idf, che hanno dato il via ad un piano di “decapitazione” di Hamas con l’obiettivo di distruggere la sua rete di comando nel territorio che controlla dal 2006. L’ultima vittima di questa strategia è stato Hassan Atrash, il responsabile del commercio, della manifattura e del contrabbando di armi per le brigate al-Qassam. Gli altri priority target di Tel Aviv sono il comandante Mohammed Deif, detto “il fantasma di Gaza”, e il suo braccio destro Marwan Issa. Come Sinwar, anche loro sono scomparsi dal 7 ottobre e i servizi dello Stato ebraico non sanno nemmeno se siano ancora nella Striscia.