Milano – Non era semplice e non lo è stato, il 2-0 dell’Inter al Lecce è la giusta fotografia della partita, però Inzaghi ha dovuto faticare per guadagnarsi una fetta in più di panettone. Tra l’Inter e la seconda stella ormai c’è solo la Juventus, può partire il countdown perla sfida diretta del 4 febbraio. Senza Lautaro, l’uomo in più del Natale nerazzurro è un uomo nuovo, Yann Bisseck. Suo il gol che sblocca il risultato, prezioso ornamento di una partita gigantesca quanto lui.
Come spesso accade all’Inter, il gol arriva solo al tramonto del primo tempo. Ma mai come stavolta è ampiamente meritato. Lecce baldanzoso in avvio, con 10’ di pressione alta sui difensori nerazzurri, poi il rapido ripiegamento alla prima folata di gruppo nerazzurra, quei colpi di vento che spazzano il campo e gli avversari. Perciò, tutti dietro la linea del pallone, il gioco di Inzaghi perde gli spazi centrali e allora l’Inter si allarga il più possibile.
Tre vere occasioni in 22 minuti, facile dire che con Lautaro al posto di Arnautovic sarebbe finita molto prima. L’austriaco un gol lo sbaglia, parata di Falcone, l’altro lo divora, vanificando il perfetto fraseggio stretto fra Thuram e Barella. Per lui di buono c’è solo il colpo di tacco che a un quarto d’ora dalla fine manderà proprio Barella in porta, per il 2-0 che chiuderà la partita.
Bisseck fa la prova generale su calcio d’angolo, traversa, e poco dopo segna su punizione, tutto ovviamente offerto dal destro aggraziato di Calhanoglu (il Lecce contesta il fallo di mano fischiato a Gonzalez, l’Inter il mancato secondo giallo allo spagnolo di D’Aversa). Il tedesco di origine camerunese è l’ultima colonna di Inzaghi, e che colonna, visto il fisico. Finora ha giocato solo in emergenza, ma molto presto entrerà stabilmente nelle rotazioni. Dopo le prime timide apparizioni è cresciuto rapidamente, ora si propone costantemente a centrocampo e si affaccia spesso anche in attacco, come Inzaghi pretende dai “terzi”. Non ha il piede dolce di Bastoni, ma è una statua che impressiona gli avversari e rassicura i compagni.
A differenza di altre volte, appena si torna in campo, l’Inter non chiude la questione e anzi si spaventa per l’abbaglio dell’arbitro Marcenaro, che fischia a Carlos un rigore inesistente (schiena e non braccio).
Una delle volte in cui il Var evita un errore clamoroso.
I cambi rivitalizzano il Lecce, che trova sì coraggio, ma solo quello. Inter stanca e per una volta senza risorse in panchina, ma per vincere bastano e avanzano quelli che sono in campo.