Cina, è crisi economica ma non si può dire

Cina, è crisi economica ma non si può dire

I mercati azionari cinesi sono stati tra i peggiori al mondo nel 2023. L’indice di riferimento Shanghai Composite è sceso del 5,7 per cento, lo Shenzhen Component, ad alto contenuto tecnologico, ha perso il 16. La principale misura degli investimenti esteri è scesa del 19,5, mentre il mercato immobiliare sta letteralmente crollando. I dati si possono verificare consultando online i giornali economici di Pechino, ma in Cina non possono essere commentati, soprattutto da analisti ed esperti del settore. La scure della censura si è abbattuta su alcuni tra i più importanti esperti di business del Paese: le loro pagine social sono state oscurate, qualcuno sarebbe addirittura sparito dalla circolazione, ufficialmente «irreperibile».

Tutto questo sta avvenendo alla luce del sole. Il ministero della Sicurezza nazionale, un organismo che ha acquisito ulteriore importanza durante gli 11 anni al potere di Xi Jinping, ha intensificato gli sforzi per reprimere le opinioni pessimistiche sul futuro economico della Cina, soprattutto da parte di coloro che potrebbero speculare per arricchirsi. In una dichiarazione della scorsa settimana il ministro per la Sicurezza Wang Xiaohong ha affermato senza mezze misure che «parlare male dell’economia sconvolgerebbe le aspettative del mercato e danneggerebbe la crescita, mettendo così a repentaglio la sicurezza. Dobbiamo frenare i commenti». Rivelando che «il controllo sull’informazione potrebbe rafforzarsi nel 2024».

Secondo un’indagine condotta dalla Cnn almeno sei analisti non possono caricare nuovi post o acquisire nuovi follower sulle popolari piattaforme di social network del Dragone. Uno di loro è Liu Jipeng, consigliere del governo cinese, che recentemente ha chiesto agli investitori al dettaglio del Paese di astenersi dal mettere soldi nel mercato azionario. Non pubblica post sui social dall’inizio di dicembre e gli utenti non possono più seguire il suo account. Quando la Cnn ha provato a intercettare i suoi profili sulle app cinesi Douyin, Weibo e Toutiao, è comparso l’avviso che recita: «Questo utente non può essere seguito a causa di violazioni delle regole della piattaforma». Hong Ru, altro noto commentatore del mercato azionario, e professore della divisione Banking&Finance presso la Nanyang Business School di Singapore, sarebbe ufficialmente in vacanza (in realtà non risponde neppure più alla posta certificata).

Le pesanti restrizione sono coincise con il 24° vertice Ue-China (il deficit commerciale di Bruxelles con la Cina ammonta a quasi 400 miliardi di euro), importante conferenza ospitata a Pechino lo scorso 7 dicembre e che ha visto la partecipazione del presidente del Consiglio europeo Charles Michel, e della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, accompagnati dall’alto rappresentante Josep Borrell. Secondo un resoconto dell’incontro, pubblicato la scorsa settimana sull’organo ufficiale Xinhua, il Partito Comunista al potere ha deciso di «rafforzare la propaganda economica e la guida dell’opinione pubblica e promuovere una narrativa positiva sulle brillanti prospettive dell’economia». Liu Jipeng, 67 anni, professore e supervisore di dottorato presso la China University of Political Science and Law, aveva contribuito a redigere la legge cinese sui titoli negli anni Novanta. In video precedenti, che sono ancora disponibili sui suoi social, aveva attribuito la persistente debolezza del mercato azionario a difetti del sistema, criticando persino il neo ministro delle Finanze Lan Foan, uno dei «protetti» di Xi. Nominato lo scorso ottobre, era stato definito da Liu sulla piattaforma Toutiao «un tecnocrate con poca esperienza in materia finanziaria ad alti livelli».

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