Notting Hill, storia (e segreti) di un cult intramontabile

Notting Hill, storia (e segreti) di un cult intramontabile

Nella storia del cinema ci sono film che riescono, apparentemente senza sforzo, ad abbattere le barriere del tempo, diventando dei nuovi classici, che non cadono nell’oblio ma al contrario vengono sempre accolti con immenso favore da parte del pubblico. Notting Hill, al pari di altre pellicole come Pretty Woman o Ghost, è un lungometraggio che rientra in questa categoria, come dimostra l’entusiasmo con cui viene accolta la notizia di un nuovo passaggio televisivo. Diretto da Roger Michell e uscito in sala nel 1999, Notting Hill torna in tv stasera alle 21.23 su Rete 4.

Notting Hill, la trama

William Thaker (Hugh Grant) è un londinese romantico e gentile, che gestisce una libreria dedicata alla sola letteratura di viaggio e cerca di barcamenarsi in una vita tutto sommato tranquilla, che divide tra il lavoro e le serate passate con gli amici. Tutto cambia, però, quando nel locale entra una donna. Non si tratta di una donna qualsiasi, ma di Anna Scott (Julia Roberts), una delle più grandi star del cinema, conosciuta e amata in tutto il mondo. I mondi di William e Anna non potrebbero essere più diversi e più lontani, ma grazie a uno dei tanti giochi del destino, i due i trovano a passare insieme più tempo del previsto e ben presto William comincia a vedere la vera ragazza oltre la maschera da star, mentre Anna si sente finalmente libera di essere se stessa. Di nuovo, però, le situazioni della vita si mettono in mezzo e i due sono costretti a separarsi, complice anche un gesto poco elegante da parte del coinquilino di William, Spike (Rhys Ifans), che ricorda ad Anna perché non è mai una buona idea legarsi a qualcuno che non faccia parte del suo stesso mondo. Ma è davvero così?

Storia di un cult cinematografico

Universalmente riconosciuta come una delle migliori commedie romantiche di sempre, capace di ereditare il lascito delle cosiddette screwball comedy degli anni Quaranta, trainandolo verso il nuovo millennio, Notting Hill nasce in realtà come una sorta di cura all’insonnia. Lo sceneggiatore Richard Curtis – che aveva già regalato al mondo un piccolo gioiello come Quattro matrimoni e un funerale – soffrì di un periodo di profonda insonnia notturna. Invece di mettersi a contare le proverbiali pecore, decise di sviluppare un’idea che gli aveva attraversato la mente, riguardo a un tipico e abitudinario londinese nella cui vita entra una persona famosa che manderà all’aria la sua esistenza. Nei contenuti extra del dvd del film, lo stesso Curtis ha ricordato il momento in cui ha partorito l’idea alla base del film, raccontando che esso è nato quando “mi domando che cosa accadrebbe se mi presentassi a sorpresa a casa dei miei amici, dove andavo a mangiare almeno una volta a settimana, con la persona più famosa al mondo. Che fosse Madonna o qualcuno del suo calibro. Tutto è partito da lì. Come reagirebbero i miei amici? Chi proverebbe ad atteggiarsi a figo? Come andrebbe la cena? E quali sarebbero i commenti, dopo?” Il fatto che Richard Curtis abbia attinto da sue esperienze personali – sebbene alcune nate solo dalla sua fantasia – è dimostrato anche dal fatto che l’iconica casa dalla porta blu, diventato un elemento imprescindibile dall’immaginario legato alla pellicola, non solo è una casa che esiste veramente, ma, come si legge su IMDB, lo stesso sceneggiatore ci aveva passato una parte della sua vita.

Sin dall’inizio della produzione, era stato assodato che il ruolo del protagonista maschile sarebbe stato affidato a Hugh Grant, che aveva già collaborato con successo con Richard Curtis, con il quale era nata una forte sintonia sul set di Quattro matrimoni e un funerale. Perciò trovare colui che avrebbe interpretato William non fu una sfida ardua. Per quanto riguarda la controparte femminile, invece, Julia Roberts era l’attrice che tutto lo staff aveva in mente per interpretare Anna Scott. Lo sceneggiatore e successivamente anche il produttore voleva infatti una vera star del cinema che sapesse incarnare l’eleganza di Audrey Hepburn e l’aria quasi fiabesca di Grace Kelly, e Julia Roberts sembrava la scelta più adatta. Tuttavia buona parte della troupe era sicura che l’attrice, che ormai era già diventata una star mondiale, non avrebbe mai accettato il ruolo di Anna. A convincere l’attrice, secondo il sito dell‘Internet Movie Data Base, fu il suo stesso agente che, dopo aver letto la sceneggiatura, le disse che si trattava della “miglior commedia romantica che abbia mai letto” e questo convinse Julia Roberts a dare un’opportunità a quella storia ambientata a Londra. In effetti la stessa attrice confessò che una volta letto lo script capì di dover partecipare per forza a quel film. Quindi trovare la protagonista fu abbastanza facile, ma la stessa cosa non si poté dire del regista. All’inizio, infatti, la regia di quello che poi sarebbe diventato Notting Hill era stata affidata a Mike Newell, che proprio con Curtis aveva già lavorato in Quattro matrimoni e un funerale. Tuttavia il regista fu costretto a rinunciare perché già impegnato con le riprese di Falso Tracciato. Anche Anthony Minghella venne preso in considerazione, ma alla fine la scelta ricadde proprio su Roger Michell, che aveva già girato una trasposizione cinematografica di Persuasione, il libro forse più completo di Jane Austen. Le scelte definitive della produzione, tuttavia, si mostrarono corrette, dal momento che quando Notting Hill arrivò al cinema fu un successo immediato: spazzò via qualsiasi pregiudizio di chi si sedette in sala in attesa di veder replicato Quattro matrimoni e un funerale, e divenne immediatamente uno di quei film da vedere assolutamente per partecipare alla conversazione cultura e sociale che vi era nata intorno. Notting Hill divenne il campione di incassi di quell’anno e per molto tempo rimase in cima alla classifica dei film più visti di sempre nel Regno Unito. Un successo dovuto alla capacità di legare il tono fiabesco del racconto alla storia di una celebrità che si innamora di un uomo comune, che è uno degli archetipi più di successo della storia, dal momento che va a sfamare sia il sogno della fama di chiunque, sia lo stereotipo, mai andato fuori moda, del vero amore che riesce a sconfiggere qualsiasi barriera.

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