La sinistra parla già di manifestazione simbolo e fa il suo inchino ai seguaci di Allah. L’odierno corteo islamico sfilato a Monfalcone viene descritto dai progressisti come una “lezione di civiltà” impartitaci dai musulmani. Nel Comune in provincia di Gorizia, in 8mila sono scesi in strada per protestare contro la chiusura delle moschee abusive imposta dal sindaco Anna Maria Cisint; tra bandiere italiane ed europee, i partecipanti hanno scandito slogan per rabadire di sentirsi “italiani e monfalconesi“. Questo, però, a dispetto di una realtà locale in cui l’integrazione è alquanto difficoltosa e caratterizzata da preoccupanti segnali di radicalizzazione sorti proprio all’interno della comunità islamica.
La manifestazione si è conclusa poco dopo le 13, senza alcun problema di ordine pubblico. Dettaglio di per sé scontato (sarebbe stata una notizia il contrario), enfatizzato dalla sinistra per polemizzare contro il sindaco, che giustamente aveva lamentato l’inopportunità di indire quella sfilata islamica a due giorni da Natale, proprio mentre la comunità locale si apprestava a celebrare le festività. “La Lega di Cisint e Salvini ha ottenuto il risultato di farsi dare una lezione di civiltà dai cittadini stranieri che stanno demonizzando. La pacifica e ordinata marcia di Monfalcone mostra che c’è un gran numero di persone straniere perbene, lavoratori e famiglie che seguono le regole e che chiedono integrazione. Così si farebbe anche più sicurezza, ma chi eccita all’odio vuole paura e disordine. Fanno ridere le accuse alla sinistra da parte chi sta al governo di tutto“, ha affermato la deputata Pd Debora Serracchiani, plaudendo alla riuscita dell’evento odierno.
Nelle stesse ore in cui i musulmani sfilavano per contestare l’amministrazione di centrodestra, il sindaco Cisint festeggiava in piazza il Natale con lo scambio di auguri ai suoi concittadini. Durante queste celebrazioni, è giunta anche una videochiamata da Milano del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, e una del Governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, da Trieste. Erano presenti in piazza la viceministra all’Ambiente Vannia Gava, il parlamentare della Lega Marco Dreosto e altri esponenti politici. E il sindaco, in un video pubblicato sui social, non ha mancato di commentare l’altro evento sul quale erano puntate le attenzioni.
“Chi usa, nei cortei, le bandiere italiane, prima rispetti la legge, la nostra cultura e le nostre tradizioni, impari l’italiano, tratti la donna con dignità. Dopo ne parleremo. Un corteo il 23 dicembre è un’offesa ai nostri valori…“, ha tuonato la stessa Cisint, riferendosi proprio agli episodi di scarsa integrazione dei quali si è dovuta occupare negli ultimi anni. Proprio a ilGiornale.it, la prima cittadina aveva raccontato gli inquietanti segnali di radicalizzazione verificatisi sul territorio, a cominciare dalla presenza di bambine col velo integrale nelle scuole. Stranamente, quelle problematiche sono scomparse dalla narrazione di sinistra sull’odierno corteo.
Quella sfilata a Monfalcone – ha affermato la capogruppo di Alleanza verdi e sinistra alla Camera Luana Zanella – “è stata una bellissima risposta di piazza alla incredibile intolleranza della sindaca Anna Maria Cisinit. Il divieto di preghiera è un atto di prepotenza insopportabile, la sindaca si occupi dei problemi reali del territorio, magari trovando anche soluzioni per la vita delle cittadine e dei cittadini, ma smetta di inventare nemici inesistenti e rispetti il dettato costituzionale“. E anche il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs, Angelo Bonelli, in una nota ha espresso la solidarietà del proprio movimento politico alla comunità musulmana di Monfalcone.
Chissà se poi, spenti i riflettori e le strumentali polemiche, quella sinistra continuerà a seguire la situazione a Monfalcone. E ad ascoltare anche la voce di quegli italiani che da troppo tempo lamentano una situazione insostenibile.