L’Uefa non è l’Europa

L'Uefa non è l'Europa

Il mondo del calcio si ribella. Tutti contro la Superlega. Il football è della gente, basta con le speculazioni, al gabbio gli invasori. Leggendo titoli e commenti di queste ore c’è da ritenere che la corte di giustizia europea si sia occupata e abbia avallato il progetto Superlega presentato dal Real Madrid, Barcellona e Juventus che fu, dopo la grande fuga degli altri convitati. In verità il tribunale europeo non ha affatto discusso della Superlega ed invece ha chiarito un punto chiave della vicenda: la fine del monopolio di Uefa e Fifa.

È stato semplice e superficiale guardare il dito e non la luna, riempiendo dunque, di appelli e casi umani, una vicenda che al di là della propaganda, anche infantile, del futuro competitor, non si è concentrata sul nodo del verdetto. Da qui le dichiarazioni ipocrite di chi dice di difendere il calcio dall’invasione dei denari, però esigendo cifre astronomiche per i diritti tv e di chi si lancia in frasi patriottiche nel momento stesso in cui accetta le offerte saudite per le finali della supercoppa nazionale (Spagna e Italia) e della stessa Figc fiera della storia e della dignità del calcio italiano ma pronta a dividere con la Turchia l’organizzazione degli europei.

E a proposito di Turchia, il presidente dell’Uefa ha dichiarato che l’impegno del governo di Nyon è di proteggere proprio l’Europa ma, ad oggi, non risulta che la Turchia e Israele facciano parte dell’Europa medesima o della comunità europea mentre sono nel cartellone dei tornei Uefa. Se il Real Madrid, padre storico di questa battaglia, fa ovviamente parlare anche il suo allenatore, Ancelotti, a favore della Superlega, altri club si sono immediatamente messi sull’attenti, dimostrando di rinunciare a realtà imprenditoriali e commerciali diverse da quelle attuali.

Per meglio comprendere l’evoluzione che in molti faticano ad accettare, è sufficiente ricordare come il monopolio Rai, sia radiofonico che televisivo, sia finito con l’arrivo di altre emittenti, da Mediaset e Sky, da Dazn a Amazon, da Now a Discovery e via andando, senza che nessuno abbia fiatato sulla comunicazione e informazione che dovrebbero essere del popolo o della gente di cui sopra.

E così nello stesso calcio, perché, ad esempio, la Coppa dei campioni fu un’idea del quotidiano francese L’Equipe ma l’Uefa se ne impadronì e la stessa Uefa ha cambiato più volte il format del torneo e si appresta a mandarne in scena uno nuovo. Ma tutto questo mette o tenta di mettere da parte la questione principale, cioè la fine del potere dittatoriale dell’Uefa mentre la Fifa prosegue nel suo percorso privilegiato, dovrebbe occuparsi delle federazioni e invece organizza una coppa del mondo per club e gli stessi club si mettono in fila per motivi non certo sportivi ma contabili. Dunque la superlega è argomento a margine, difficilmente potrà essere realizzata, considerato il livello, la miopia e l’egoismo di alcuni presidenti di club ma è importante che dal 21 dicembre scorso l’Uefa non abbia più lo ius primae noctis su qualunque competizione continentale, su arbitri, regolamenti e soprattutto sulla giustizia sportiva. È il primo passo di libertà vera, non demagogica, che il 12 di marzo del 2024 potrebbe avere, dal Tar e poi dalla corte europea nel campo giuridico sportivo, una nuova sentenza rivoluzionaria.

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