Non c’è più il futuro di una volta, quando i sogni diventavano (quasi sempre) realtà. Quello dell’innovatore più folle della Terra, Elon Mask, di farci viaggiare su treno sparato a mille all’ora dentro un condotto sottovuoto privo di attrito, si è smontato come una littorina qualsiasi. Buongiorno lentezza.
Chiude Hyperloop One, la startup nata nel 2014 con l’intento di rivoluzionare i trasporti su terra o quasi. Secondo Bloomberg e The Verge l’azienda, che in quasi dieci anni ha rastrellato 450 milioni di dollari in fondi di venture capital e altri investimenti, sta smobilitando: uffici chiusi, dipendenti licenziati e chi si è visto si è visto. Il 31 dicembre sarà ufficialmente messo il cartello «closed» all’ingresso. La proprietà intellettuale del progetto passerà al suo azionista di maggioranza, il principale operatore portuale di Dubai DP World, che deciderà che cosa farne.
L’idea di Hyperloop era stata teorizzata da Musk nel cosiddetto Hyperloop Alpha, un paper «open source» di 58 pagine nel quale l’imprenditore sviluppava le sue idee sulla tecnologia, immaginando che le capsule aerodinamiche di alluminio potessero grazie a motori lineari a induzione e compressori d’aria «sparare» passeggeri e beni attraverso tubi sopraelevati o interrati a mille chilometri l’ora, consentendo di viaggiare da Los Angeles a San Francisco in soli 30 minuti. Nacque così la Hyperloop Technologies, poi Virgin Hyperloop e infine Hyperloop One e infine. Cambi di nome che hanno ritmato le complesse vicende societarie che certamente non hanno aiutato il successo dell’impresa: l’acquisto da parte di Richard Branson, amico-rivale di Musk, l’estromissione dei co-fondatori, Brogan BamBrogan e Shervin Pishevar a seguito di vicende giudiziarie, la perenne carenza di fondi per sviluppare il progetto. Malgrado questo Hyperloop One era riuscita a costruire una pista di prova in Nevada per testare la sicurezza e la fattibilità della tecnologia. Qui nel 2020 si era svolto il primo e unico test con passeggeri umani, dai risultati deludenti: la velocità massima risultò essere di 160 chilometri all’ora, praticamente come un Intercity.
Hyperloop è un progetto tecnicamente fattibile, non si tratta di un sogno da romanzetto di fantascienza. Probabilmente qualcosa di simile sarà prima o poi realizzato, ma non sarà domani né dopodomani. I progetti di Musk non sono campati per aria ma continueranno a ispirare visionari e progettisti. Per il momento, però, non esiste un treno hyperloop realmente funzionante in nessuna parte del mondo. In realtà un po’ a sorpresa potrebbe essere l’Italia a bruciare tutti. Nel 2013 il consorzio di imprese che riunisce Hyperloop Italia, Leonardo Spa, WeBuild e Hyperloop Transportation Technologies si è aggiudicata lo studio di fattibilità per la realizzazione di un sistema di trasporto ultraveloce indetta da Concessioni autostradali venete. Qualche mese fa è stato firmato un accordo con la regione e il ministero delle Infrastrutture che ha avvicinato l’obiettivo. Si potrebbe partire nel 2028 o nel 2029, ma qualcosa potrebbe già funzionare per le Olimpiadi di Milano e Cortina del 2026. Ieri l’amministratore delegato Bibob Gresta si fregava le mani: «Hanno chiuso perché li abbiamo battuti in Veneto, dove ci siamo aggiudicati la costruzione di una linea tra Venezia e Padova. Con quel progetto l’Italia diventerà il Paese con i progetti Hyperloop più avanzati al mondo». Sarà vero? Lo scopriremo purtroppo con grande lentezza.