Altra inchiesta sulla Juventus: la procura di Roma indaga sui bilanci

Altra inchiesta sulla Juventus: la procura di Roma indaga sui bilanci

La procura di Roma ha avviato un nuovo fascicolo di indagine relativo al bilancio della Juventus al 30 giugno 2022. Lo scorso 7 dicembre il club bianconero ha ricevuto una richiesta di acquisizione documentale relativa proprio a quei bilanci comunicando, attraverso una nota, di aver appreso che“presso la Procura di Roma pendono indagini in relazione a esponenti aziendali per la fattispecie di cui all’art. 2622 codice civile (false comunicazioni sociali ndr) in ordine al bilancio al 30 giugno 2022” sottolineando che la società non risultava indagata.

Ieri intanto la procura di Roma ha chiuso le indagini relative ai conti della Juventus dopo la trasmissione degli atti, decisa dalla Cassazione lo scorso 6 settembre che ha dichiarato l’incompetenza territoriale di Torino ordinando la trasmissione degli atti ai pm della Capitale. I pm del gruppo che si occupa dei reati economici dopo aver acquisito gli atti e svolto ulteriori indagini hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini, il 415 bis, agli indagati: nell’inchiesta, avviata a Torino e poi approdata a Roma, sono coinvolti anche gli ex vertici del club bianconero. Le accuse, a vario titolo, contestate sono quelle di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni. In particolare, secondo l’accusa, si ipotizzano plusvalenze fittizie e manovre sugli stipendi dei calciatori durante la pandemia Covid.

Cosa rischia la Juve

L’indagine è quindi nuova rispetto ai faldoni dell’inchiesta “Prisma”, spostati nella Capitale dopo la sentenza della Cassazione che ne intimava il trasferimento per incompetenza territoriale. La Juve comunque sul piano sportivo, alla luce di quanto emerso finora, non dovrebbe rischiare nulla di nuovo. Le ipotesi accusatorie del nuovo fascicolo ricalcano infatti le stesse già prospettate dalla Procura di Torino e confermate da quella di Roma: questioni meramente contabili iscritte negli esercizi 2019-2020 e 2020-2021 e ora contestate anche al bilancio chiuso al 30 giugno 2022, riguardanti le cosiddette “operazioni incrociate”, “manovra stipendi” e “accordi di recompra”.

L’inchiesta Prisma

L’inchiesta denominata ‘Prisma’ è approdata a Roma con gli atti trasmessi dalla procura di Torino relativi all’inchiesta sulle plusvalenze e manovra stipendi della Juventus, durante la pandemia da Covid-19.

Nel procedimento sono indagate 12 persone tra cui l’ex presidente del club bianconero Andrea Agnelli e altri ex dirigenti tra cui Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e Fabio Paratici. L’invio degli atti è legato alla decisione della Cassazione che il 6 settembre scorso ha fissato la competenza territoriale del procedimento nella Capitale. Nei confronti degli indagati le accuse sono, a seconda delle posizioni, aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni. Il fascicolo è affidato ai pm di piazzale Clodio che si occupano dei reati economici coordinati dall’aggiunto Giuseppe Cascini.

L’inchiesta aveva provocato un vero e proprio terremoto all’interno del club bianconero con le dimissioni di Andrea Agnelli, dopo dodici anni alla presidenza del club, al termine di un Consiglio d’amministrazione straordinario del club tenutosi il 28 novembre 2022, dove tutti i membri si sono dimessi in blocco. I filoni in mano gli inquirenti sono due: i bilanci con le plusvalenze, ma anche alcune scritture private, quella che poi verrà ribattezzata “manovra stipendi”. In modo particolare si parla la carta “che non sarebbe dovuta esistere” – come emerso dalle intercettazioni tra Cesare Gabasio (capo dell’ufficio legale Juve) e il ds Cherubini – che riguarda Cristiano Ronaldo, circa alcuni emolumenti che il calciatore dovrebbe ancora avere e altre retribuzioni passate.

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