Una sorta di razzismo al contrario, una storia di discriminazione nei confronti di bianchi: questo quanto accaduto all’Università del Wisconsin-Eau Claire. Una donna, Rochelle Hoffman, ha intentato una causa contro l’ateneo sostenendo di essere stata estromessa dal suo lavoro di capo dell’ufficio diversità perché bianca. La trentaseienne ha affermato di essere stata costretta alle dimissioni da direttrice ad interim dell’ufficio Multicultural Student Services del campus poco dopo essere stata promossa. Un unico fattore, secondo la sua tesi: la discriminazione razziale.
Come riportato dal Daily Mail, Hoffman sostiene che gli studenti si sono lamentati con l’ex vicerettrice della scuola Olga Diaz per il suo colore della pelle: una donna bianca non era adatta per quel ruolo. Allievi e docenti hanno ripetutamente espresso di non volere “che i bianchi supervisionassero gli spazi destinati a servire gli studenti di colore”. Uno degli studenti citati nella denuncia avrebbe affermato:“Personalmente ritieni che il personale bianco possa svolgere un lavoro altrettanto efficace quanto una persona di colore, all’interno di uno spazio per persone di colore?”.
E ancora, un altro studente è stato più diretto: “Non vogliamo i bianchi in quell’ufficio”. Nella causa intentata viene evidenziato che gli studenti hanno preteso l’assunzione di una persona nera al posto di Hoffman: “C’era la sensazione che qualsiasi posizioni precedentemente ricoperta da una persona di colore dovesse essere ricoperta da una persona di colore, preferibilmente una persona con lo stesso profilo”. La tesi è chiara: uno studente deve essere assegnato a un coordinatore della stessa origine etnica, quindi a un coordinatore nero.
Costretta alle dimissioni dopo solo otto mesi di lavoro a causa dell’ostilità del personale, Hoffman aveva raccolto valutazioni sulle prestazioni superiori alle aspettative. “Il problema era esclusivamente la sua identità come bianca, le critiche riguardavano la sua razza e il suo colore, non le sue qualifiche”, si legge ancora nella causa. Ora la trentaseienne chiede un risarcimento per la perdita dello stipendio e per“danni psicologici, disagio emotivo, perdita di reputazione, danni alla carriera e spese legali”. Secondo il Milwaukee Journal Sentinel, il ruolo di Hoffman è stato riassegnato a un coordinatore senior della consulenza accademica per l’università. L’Università ha optato per il no comment: “Come nel caso di tutte le controversie pendenti, UW-Eau Claire non offrirà una dichiarazione o commenterà la causa. UW-Eau Claire non discrimina in base alla razza nelle decisioni relative all’assunzione”.