Dietro i blitz degli Houthi nel Mar Rosso potrebbe nascondersi la longa manus dell’Iran. I sospetti delle cancellerie occidentali ricadono su una nave di Teheran ancorata da due anni a nord dello Stretto di Bab el-Mandeb, porta d’accesso per la regione marittima anticamera del canale di Suez e quindi del Mar Mediterraneo. Il cargo Behshad, lungo 174 metri e peso oltre 20mila tonnellate, si ritiene possa essere un ingranaggio fondamentale nelle operazioni di spionaggio iraniane. La sua posizione strategica, infatti, gli consente di monitorare il traffico marittimo nell’area. E anche, teoricamente, di segnalare ai ribelli yemeniti quali imbarcazioni militari e commerciali assaltare.
Il possibile ruolo della presunta nave spia iraniana
Gli ipotetici collegamenti tra il Behshad e l’apparato di intelligence di Teheran hanno sollevato molteplici allarmi. La nave iraniana è sempre più sospettata di fornire informazioni critiche ai militanti Houthi nello Yemen, aiutandoli nei loro tentativi di prendere di mira le imbarcazioni, in particolare quelle associate a Israele o dirette verso porti israeliani. Il cargo in questione ha preso il posto della Saviz, che è stata colpita da una mina nel 2021, forse piazzata dalle forze speciali israeliane.
La presenza del Behshad in queste acque ha attirato crescente attenzione e preoccupazione a seguito di un recente episodio che ha coinvolto il cargo Galaxy Leader. Lo scorso novembre, gli Houthi hanno catturato questa nave utilizzando informazioni avanzate alle quali non avrebbero potuto avere accesso senza un supporto esterno.
Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, ha puntato il dito contro l’Iran, accusandolo di fornire armi e assistenza ai ribelli yemeniti. Dal canto suo, Teheran ha categoricamente negato qualsiasi collegamento con gli attacchi lanciati dallo Yemen.
Il rischio dell’allargamento del conflitto
I sospetti sul Behshad continuano a circolare, ma il ruolo della nave non è stato denunciata apertamente. Probabilmente perché, nel caso in cui ciò dovesse accadere, il conflitto, attualmente confinato nella Striscia di Gaza, potrebbe allargarsi nell’intera regione. Nel frattempo, la nave è ancora ancorata nella sua posizione strategica, quasi in modalità vedetta. Non si mimetizza né si nasconde. Si limita a tenere accesi i segnalatori per indicare la sua posizione.
Per quale motivo il mezzo di Teheran è finito nel mirino degli 007 occidentali? Gli Houthi hanno fin qui individuato con estrema precisione le relazioni tra gli armatori e le compagnie israeliane, nonché gli scali ai quali erano destinate le imbarcazioni transitanti nel Mar Rosso. Per Sullivan, i ribelli yemeniti si limiterebbero a fare il lavoro sporco, mentre l’Iran agirebbe nell’ombra. Consegnando armamenti e fornendo informazioni preziose.
In un simile contesto, il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, ha affermato che l’accordo per una tregua a Gaza appare “a portata di mano” e ha chiesto agli Stati Uniti di assicurare che un cessate il fuoco possa essere durevole. “I negoziati diplomatici indicano che la regione si sta muovendo gradualmente verso il cessate il fuoco e colloqui diretti e indiretti che potrebbero porre fine alla catastrofica situazione a Gaza“, ha detto Amirabdollahian, citato dall’agenzia Irna, parlando con i giornalisti dopo avere incontrato a Doha il premier del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al Thani.