La Procura della Repubblica di Roma, alla quale erano stati trasmessi gli atti della Procura di Torino (dichiarata incompetente dalla Cassazione lo scorso 6 settembre), ha notificato alla Juventus la conclusione delle indagini preliminari, confermandosi in linea con le ipotesi accusatorie avanzate dalla stessa Procura di Torino per presunto falso nelle comunicazioni sociali, ostacolo all’esercizio delle autorità di vigilanza e manipolazione del mercato, oltre a dichiarazione fraudolenta mediante fatture per operazioni inesistenti. Le ipotesi di reato, dell’inchiesta denominata Prisma, però, sono state confermate.
Lo stesso club bianconero con una nota ha comunicato che: “In linea con le ipotesi accusatorie della Procura di Torino, l’avviso fa riferimento a presunti reati di falso nelle comunicazioni sociali, manipolazione del mercato, ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza (Consob, nel caso di specie) e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti“.
E ancora: “Sulla base delle sommarie informazioni a disposizione allo stato, i fatti oggetto del provvedimento attengono ai bilanci al 30 giugno 2019, 2020 e 2021 e sono relativi alle c.d. operazioni di “scambio” di diritti alle prestazioni sportive di calciatori (c.d. “operazioni incrociate”) e agli accordi di riduzione e ai successivi accordi di integrazione dei compensi del personale tesserato conclusi negli esercizi 2019/2020, 2020/2021 e 2021/2022 (c.d. “manovre stipendi”) nonché ai c.d. “accordi di recompra” attinenti a talune operazioni di calciomercato risalenti agli esercizi 2017/2018, 2018/2019 e 2019/2020 – si legge nel comunicato del club bianconero – Per maggiori informazioni sul procedimento penale pendente e sulle relative ipotesi accusatorie, si rinvia alla relazione finanziaria annuale di Juventus al 30 giugno 2023. La Società e i propri esponenti destinatari dell’Avviso potranno, entro venti giorni, prendere visione ed estrarre copia degli atti di indagine ex art. 415-bis c.p.p. ai fini dell’esercizio dei propri diritti di difesa“.
L’inchiesta Prisma
L’inchiesta che ha coinvolto il club bianconero, era arrivata fino alla procura di Roma tramite quella di Torino, dichiarata incompetente, per quanto concerne plusvalenze e manovre stipendi ed era stata denominata “Prisma”. Nel procedimento erano finite nel registro degli indagati ben 12 persone tra cui l’ex presidente del club bianconero Andrea Agnelli e altri ex dirigenti tra cui Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e Fabio Paratici. L’invio degli atti è legato alla decisione della Cassazione che il 6 settembre scorso ha fissato la competenza territoriale del procedimento nella Capitale. Nei confronti degli indagati le accuse sono, a seconda delle posizioni, aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni. Questa inchiesta aveva portato alle dimissioni di Andrea Agnelli e aveva generato un ribaltone all’interno del club bianconero con tutti i membri del cda che decisero di sollevarsi dall’incarico.