Esulta Trump: la Corte Suprema respinge l’iter rapido sull’immunità

Escluso anche in Maine. Le elezioni Usa in bilico per l'"eversivo" Trump

Vittoria per Donald Trump. La Corte suprema degli Stati Uniti ha respinto la richiesta del procuratore speciale Jack Smith di accelerare l’iter per esaminare il nodo dell’immunità presidenziale rivendicata dal tycoon nel processo per reati commessi quando era in carica. Come evidenziato dalla Cnn, si tratta di un duro colpo per il procuratore e di un successo per l’ex presidente americano, anche se le parti hanno la possibilità di fare ricorso.

Entrando nel dettaglio della sentenza della Corte suprema, Smith aveva chiesto ai giudici di valutare con urgenza l’immunità aggirando il normale processo nelle corti di appello. I saggi hanno respinto la richiesta di esame accelerato senza alcuna spiegazione. La vera ripercussione di questa decisione riguarda la tempistica dei procedimenti: la bocciatura rischia infatti di fare slittare l’inizio dei processi: un aspetto che non può che fare felice The Donald.

Del resto Trump aveva chiesto di non accelerare l’esame, ora la Corte suprema ha indicato che lascerà alle corti di appello guardare la questione per prime. La posposizione dei procedimenti potrebbe avere delle conseguenze significative anche sulla campagna elettorale. Nella richiesta presentata ai saggi, il procuratore aveva legato il caso dell’ex presidente a quello di Richard Nixon del 1974, quando quest’ultimo fu costretto a consegnare informazioni della Casa Bianca da utilizzare nel processo per il Watergate.

Smith ha provato il blitz per arrivare a un giudizio in temi brevi così da consentire la conferma del 4 marzo come data dell’inizio del processo. Non si tratta di una data causale: parliamo della vigilia delle primarie del Super Tuesday. Nel suo intervento, il procuratore ha inoltre puntato il dito contro Trump in Florida per aver gestito male documenti riservati e per aver ostacolato gli sforzi dell’esecutivo per recuperarli. Ricordiamo che il settantasettenne deve affrontare accuse statali a New York e in Georgia per presunta cospirazione per annullare i risultati delle elezioni del 2020 in quello Stato.

Attesi aggiornamenti a stretto giro, ma il caso Trump domina la politica americana. Si profila una campagna elettorale a dir poco agguerrita, con l’ex capo della Casa Bianca in vetta alle graduatorie delle intenzioni di voto ma anche alle prese con 91 capi di accusa. E la recente sentenza della Corte Suprema del Colorado che lo ha squalificato dalle primarie dello Stato potrebbe permettergli un ulteriore aumento di consensi. Lo stop dei giudici gli permette infatti di giocare il ruolo di vittima del sistema, l’ideale per la sua strategia politica.

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