Sarà un commissario a gestire d’ora in poi il Cpr di via Corelli. E a provare così ad amministrare meglio i soldi pubblici – 4,4 milioni di euro l’anno di appalto – che fino a ieri finivano nelle tasche della società salernitana Martinina srl, mentre gli ospiti, migranti irregolari in attesa di rimpatrio, mangiavano cibo avariato, vivevano in condizioni igieniche precarie e non avevano accesso a servizi e cure essenziali. «Politica fraudolenta e truffaldina di impresa», scrive il gip a chiare lettere in uno dei due provvedimenti notificati ieri in cui da un lato commissaria il centro, dall’altro con una interdettiva impedisce all’azienda, indagata con i suoi due amministratori, di fare contratti con la pubblica amministrazione per un anno.
Mentre sulla carta la società campana si fregiava di offrire tutta una serie di attività e iniziative ad alto valore etico e di iniziativa solidaristica (peraltro, scrive il gip, quasi tutti i protocolli e le convenzioni erano dei veri e propri «falsi marchiani»), in realtà la gestione era «inesistente e lasciata allo sbando». L’azienda poi, annota sempre il giudice, approfittando del fatto che all’interno c’erano soggetti «vulnerabili», nel frattempo realizzava «profitti illeciti di una certa consistenza».
Che i servizi erogati non corrispondessero a quanto offerto sulla carta lo hanno documentato i numerosi video – finiti agli atti dell’inchiesta milanese con l’ipotesi di frode nelle pubbliche forniture – di tentati suicidi, piatti con i vermi all’interno, camerate sporche e ospiti malati che emettono gemiti di estrema sofferenza nell’indifferenza di tutti.
Inchiesta coordinata dai pm Paolo Storari e Giovanna Cavalleri, nata dal lavoro della Guardia di Finanza e contestualmente dalle denunce di alcune associazioni, che ha messo in luce «condizioni disumane» nel centro dove sia i parlamentari che i consiglieri regionali possono entrare con visite a sorpresa (similmente alle carceri).
Il giudice, tra le varie inadempienze, mette in luce «l’assenza di un costante monitoraggio della salute e, soprattutto, del contenimento e del controllo dei malati con problemi psichiatrici tra i trattenuti. Gli stessi tentativi di suicidio risultano spesso sventati dagli altri trattenuti».
Osserva però il giudice che la società «non ha nemmeno minimamente provato a documentare di avere adottato, prima della commissione dei fatti, tutti i meccanismi di controllo, di vigilanza e di gestione richiesti dalia legge per impedire la consumazione dei singoli reati da parte dei suoi rappresentanti». Sempre il gip ha parlato di «una gestione economica a dir poco imbarazzante, per avvalersi della quasi totalità della diaria prevista per ciascun ospite». Ovvero circa 40 euro a persona al giorno, più un kit vestiario da 132 euro. E inoltre ha evidenziato come «la condotta dei responsabili dell’ente si è caratterizzata per una sconcertante capacità di produzione di falsi documentali che, con ogni probabilità, potrebbe affliggere anche la redazione di un bilancio». Per questi motivi, e soprattutto in considerazione dell’avventura proroga concessa dalla prefettura fino al 31 dicembre 2024, ha ritenuto necessario il commissariamento.