Ucraina, affari d’oro tra Cina e Russia: ecco quanto vale lo scambio

Ucraina, affari d'oro tra Cina e Russia: ecco quanto vale lo scambio

La guerra in Ucraina ha fatto la fortuna di Pechino. Le sanzioni imposte alla Russia dai Paesi occidentali hanno costretto Mosca a guardare ad Oriente per l’acquisto di una grande varietà di beni, dalle macchine ai chip, e per la vendita di enormi quantità di derrate alimentari di tutti i tipi e di energia a basso costo. Come riportato dal New York Times, il valore degli scambi commerciali tra i due Stati ha sorpassato i 200 miliardi di dollari nei primi 11 mesi del 2023, un traguardo inizialmente previsto per l’anno successivo.

L’invio di merci della Repubblica popolare verso la Federazione è aumentato del 69% rispetto al periodo precedente l’inizio del conflitto. In particolare, le vendite di macchine a basso costo sono cresciute esponenzialmente, permettendo alla Cina di sorpassare il Giappone come maggior esportatore globale. Il mercato automobilistico russo è ora per il 55% in mano a Pechino, visto il ritiro di produttori europei come Bmw e Mercedes dal Paese e l’aumento degli acquisti effettuati dalle famiglie di ceto medio-basso, dai cui provengono la maggior parte dei soldati impegnati in Ucraina, che hanno ricevuto fino a 90mila dollari in caso di morte del proprio caro impegnato al fronte. I russi, inoltre, acquistano principalmente veicoli a combustione interna, di cui la Cina ha un surplus visto il passaggio dei consumatori ad auto elettriche.

Il legame sempre più stretto tra le due nazioni ha anche fornito una modesta spinta all’industria edilizia della Repubblica popolare, ancora in crisi per via dei tre anni di politica “zero Covid”. Molti operai stanno trovando lavoro lungo i 2.600 chilometri del confine che separa gli alleati, che fino al 2023 soffriva di una scarsità di infrastrutture come aree di sosta, centri doganali, ferrovie e oleodotti, questi ultimi fondamentali per la vera “star” del commercio tra Mosca e Pechino: l’energia. Petrolio e gas russo a basso costo hanno permesso alle industrie cinesi di competere sui mercati globali, aiutate dal fatto che i loro principali concorrenti occidentali hanno sofferto per una serie di rincari negli ultimi due anni. Al momento, i due Paesi sono collegati solo dal gasdotto Power of Siberia, che sta lavorando a pieno regime, ma vi sono già piani per la costruzione di altri due impianti.

La collaborazione tra Cina e Russia, però, non si limita all’aspetto economico. I media di Pechino, infatti, continuano a diffondere la propaganda del Cremlino e la Federazione è diventata a tal punto popolare che molti influencer si stanno recando a Harbin, la capitale della provincia settentrionale di Heilongjiang, per posare in ambiti tradizionali russi di fronte alla vecchia cattedrale ortodossa.

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