Dopo il terremoto, tenere il passo della ridda di reazioni successive alla fine del monopolio di Uefa e Fifa sull’organizzazione di tornei calcistici è quasi impossibile. Agenzie e social media forniscono una serie infinita di reazioni da parte dei club e di protagonisti dell’universo pallonaro che reagiscono alla sentenza forse più importante della storia recente del gioco più amato al mondo. Se le reazioni istituzionali vedono parecchi club schierarsi attorno ai grandi sconfitti, non mancano distinguo e coraggiosi passi avanti da parte dei promotori della Superlega, che rilanciano con un’idea che potrebbe scompaginare le carte di qui a pochi mesi. Vediamo nel dettaglio alcune delle reazioni più significative.
Roma, Psg, Bayern con Ceferin
La prima squadra della Serie A a schierarsi in maniera ufficiale con la Uefa è stranamente la Roma. La società dei Friedkin ha infatti ribadito “la propria posizione in rispetto dei valori e del futuro del calcio europeo” e “non appoggia in nessun modo alcun progetto di cosiddetta Superlega che rappresenterebbe un inaccettabile attacco all’importanza dei campionati nazionali e alle fondamenta del calcio europeo”. Per il club capitolino “il futuro e il benessere del calcio europeo possano essere assicurati solo con il lavoro congiunto dei club attraverso l’Eca, in stretta collaborazione e in partnership con Uefa e Fifa”. La nota ufficiale della Roma arriva dopo che si era già espresso il presidente dell’Eca e del Paris Saint-Germain Nasser Al Khelaifi, che non ci ha messo molto per ribadire come l’associazione dei club europei sia “orgogliosa di avere la Champions”. Nella conferenza stampa con Ceferin, una posizione chiarissima: “Tutti noi che facciamo parte del mondo del calcio europeo continueremo a lavorare con la Uefa su quello che possiamo cambiare nelle competizioni nazionali e internazionali. La giornata di oggi non cambierà niente, ci renderà semmai più forti e migliori”.
Uno dei club da sempre ostili alla Superlega non ha perso tempo ad esprimere come non sia interessato a questo processo. Christian Dreesen, ad del Bayern Monaco è chiarissimo: “Sosteniamo le competizioni europee per club sotto l’egida della Uefa. Quindi ancora una volta è tutto molto chiaro: la porta della Superlega in casa del Bayern rimane chiusa”. Nonostante la sentenza di oggi, il club bavarese si dice fermamente contrario alla nascita di una competizione che “rappresenterebbe un attacco all’importanza dei campionati nazionali e alla situazione del calcio europeo”. Per Dreesen, “la Bundesliga costituisce la base del Bayern, così come tutti i campionati nazionali costituiscono la base delle squadre di calcio europee. Pertanto è nostro dovere e nostra profonda convinzione rafforzarli e non indebolirli”.
A fare eco alle dichiarazioni del dirigente bavarese la nota dell’Atlético Madrid, che si lancia ancora oltre ribadendo come “La comunità calcistica europea non sostiene la Superlega. Germania, Francia, Inghilterra, Italia, Spagna (ad eccezione di Real Madrid e Barcellona) si oppongono alla Superlega. Sosteniamo la tutela della più ampia famiglia del calcio europeo, la preservazione dei campionati nazionali e la garanzia della qualificazione alle competizioni europee attraverso le prestazioni sul campo ogni stagione”. Secondo il club colchonero, la sentenza “fa riferimento a statuti Uefa obsoleti che erano già stati modificati nel giugno 2022”. Vedi sopra per quanto riguarda il Manchester United, uno dei primi club a sfilarsi nel 2021 dal progetto originale di Superlega: “La nostra posizione non è cambiata. Rimaniamo pienamente impegnati nella partecipazione alle competizioni Uefa e nella cooperazione positiva con la Uefa, la Premier League e gli altri club attraverso l’Eca per il continuo sviluppo del calcio europeo”.
Ceferin, Malagò e la Figc uniti
Nel tardo pomeriggio arriva l’alzata di scudi della Figc, che “riconoscendosi pienamente negli organismi sovraordinati della Uefa e della Fifa, ribadisce la sua convinta azione a tutela dei campionati nazionali, per la difesa del più ampio e generale principio del merito sportivo e del rispetto dei calendari internazionali”. In quanto alla nuova formula della Superlega, la Figc non ha cambiato idea: “non è un progetto compatibile con queste condizioni e agirà sempre, in tutte le sedi, perseguendo gli interessi generali del calcio italiano”. Le parole sembrano ribadire quanto aveva affermato qualche ora prima il presidente dell’Uefa Aleksandar Ceferin, si è presentato in conferenza stampa con la dirigenza dell’Eca. Ostentando sicurezza di fronte alla decisione della corte europea, il mnumero uno del calcio europeo ha preferito ignorare le conseguenze dirompenti della fine del monopolio di fatto da parte degli organismi ufficiali del calcio mondiale, Ceferin va ancora oltre, ribadendo che, secondo lui “la Superlega non ha avuto il semaforo verde per il progetto che era stato proposto nel 2021” e che la sentenza di oggi impedirebbe agli organismi istituzionali di dare una “pre-autorizzazione a nuovi progetti. Ma noi abbiamo sempre detto che puoi essere parte del sistema o puoi non esserlo, è una scelta individuale. Non è però possibile essere fuori dal sistema e poi volerne giocare le competizioni”. Per finire, una nota che sfiora l’arroganza: “Loro possono creare quello che vogliono, e io spero che inizino presto questa competizione con due club. Spero che sappiano ciò che stanno facendo, ma non ne sono sicuro”.
Sulla stessa falsariga, anche se un attimo più contenuta nei toni, la risposta della Premier League, il campionato che avrebbe più da perdere in termini economici dalla nascita di una Superlega europea. Il massimo campionato inglese “continua a respingere tale concetto. I tifosi sono di vitale importanza per il calcio e hanno ripetutamente chiarito la loro opposizione a una competizione ‘di rottura che taglia il legame tra il calcio nazionale ed europeo”. La Premier League ribadisce il suo impegno “verso i chiari principi della competizione aperta che sono alla base del successo delle competizioni nazionali e internazionali per club” e preannuncia che “continuerà a impegnarsi in un dialogo aperto e costruttivo, con tutti gli stakeholder del calcio interessati, sul modo migliore per proteggere e migliorare l’equilibrio complementare del calcio nazionale e internazionale per club”.
Meno ottimista il presidente del Coni Giovanni Malagò, che parlando ai media al termine della Giunta nazionale, si dice preoccupato per il futuro dei campionati nazionali. “Non posso dirlo ma sicuramente il rischio che diventi una cosa marginale, in termini di interessi rispetto ad un altro tipo di competizione, esiste. Non ho mai commentato una sentenza sportiva, ordinaria, penale, di doping, anche quelle che non capisco e non condivido. Mi sembra chiaro che bisognerà predisporre alcune logiche di accorgimento e contromisure rispetto a quanto ha previsto la Corte Europea. Ora dobbiamo capire quali contromisure prenderanno Fifa e Uefa”. Una posizione possibilista che dice più nelle omissioni e nei silenzi che nelle parole stesse.
Agnelli criptico, De Laurentiis meno
Tutto bene, quindi, il mondo del calcio è tutto schierato contro alla nascita della Superlega, resa possibile dalla fine del monopolio di fatto di Uefa e Fifa? Non proprio. Se l’Inter si affida ad una nota ufficiale piuttosto stringata, nella quale ribadisce che “il futuro del calcio europeo possa essere garantito solamente dalla collaborazione tra i club all’interno dell’Eca e in partnership con Uefa e Fifa” e come il club sia “fortemente ancorato ai valori che caratterizzano il modello sportivo europeo”, altri club di Serie A non sono così chiari e netti. Nonostante il presidente della Lazio Claudio Lotito abbia ribadito come per il club capitolino i campionati nazionali debbano rimanere centrali nel mondo del calcio, gli investitori hanno approfittato per fare incetta delle azioni dei club ancora quotati in borsa. Dopo la sentenza, infatti, sia Juventus che Lazio hanno visto grossi acquisti, che hanno fatto schizzare i prezzi delle azioni rispettivamente dell’8% e del 6%, niente male visto il momento non ideale del mercato azionario.
Se il Napoli non si è ancora espresso in maniera ufficiale, secondo l’Ansa, voci vicine al club azzurro hanno confermato la soddisfazione del presidente Aurelio de Laurentiis per la sentenza odierna, che è molto vicina alle posizioni espresse in passato dal numero uno partenopeo. Secondo queste fonti, infatti, il Napoli sarebbe pronto a “partecipare a un dialogo con altri grandi club europei per costruire insieme il progetto”. La conditio sine qua non per la partecipazione ad una eventuale Superlega, però, sarebbe che questo torneo alternativo rispettasse la meritocrazia, prevedendo promozioni e retrocessioni.
La società che gestisce il progetto aveva da tempo riveduto il tiro, abbandonando il modello delle leghe nordamericane a numero chiuso per passare a qualcosa di più simile alla tradizione europea, con tre livelli di competizione, promozioni, retrocessioni, che si affiancherebbero ai campionati nazionali. Stavolta, però, si è deciso di corteggiare i tifosi, lanciando una vera e propria proposta indecente: tutte le partite della Superlega sarebbero diffuse in streaming in chiaro in tutto il mondo. Una vera e propria bomba atomica che potrebbe scompaginare in maniera incredibile il lucroso mondo dei diritti televisivi e convincere molti tifosi a schierarsi nettamente a favore del nuovo progetto.
The future of football is free.
We are proposing a state-of-the-art streaming platform to allow fans to watch every game for free. #BetterForFootball
Discover more about Unify: pic.twitter.com/QXyU3pKhwF— A22 Sports (@A22Sports) December 21, 2023
Le reazioni al video pubblicato poche ore fa sui social media non si sono fatte attendere, ma ci vorrà del tempo prima di capire come andranno veramente le cose. Nel frattempo, alle nostre latitudini, il mondo degli appassionati di calcio si divide in due fazioni l’una contro l’altra armata. Da una parte i tifosi juventini, che festeggiano la sentenza ed ipotizzano addirittura di far causa alla Uefa per i pesanti danni economici riportati dalla società torinese dall’esclusione dalle competizioni europee. Dall’altra il resto del tifo italiano, che non sa ancora bene come reagire ad un vero e proprio terremoto che potrebbe cambiare per sempre il mondo del calcio.
Fino alla fine… pic.twitter.com/W5JcweTSE7
— Andrea Agnelli (@andagn) December 21, 2023
La risposta più interessante, anche se un attimo criptica, è arrivata dall’ex numero uno della Juventus, Andrea Agnelli. Nonostante sia fuori dal mondo del calcio dopo le note vicende giudiziarie che hanno coinvolto l’ex dirigenza bianconera, il suo tweet di poche ore fa, che cita il testo di una famosa canzone degli U2, Where the streets have no name, facendo eco alla dichiarazione del numero uno della Superlega, che parlava di un vero e proprio giorno della liberazione del calcio dalla dittatura di Uefa e Fifa. Una cosa è certa: di questa vicenda sentiremo parlare ancora molto a lungo, specialmente durante la pausa invernale.