Mes, cosa succede dopo lo stop alla ratifica

Mes, cosa succede dopo lo stop alla ratifica

Il voto di oggi non mette la parola fine alla telenovela sul Mes. La bocciatura della maggioranza, arrivata con 184 voti contrari di Lega, Fratelli d’Italia, Movimento 5 Stelle e con l’astensione di Forza Italia e Noi Moderati, rappresenta solo un brusco stop.

“Il governo, che si era rimesso al Parlamento, prende atto del voto dell’Aula di Montecitorio sulla scelta di non ratificare la modifica al trattato Mes”, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi che ribadiscono come questo strumento sia pienamente funzionante “nella sua configurazione originaria, ossia di sostegno agli Stati membri in difficoltà finanziaria. Secondo il governo “il sistema bancario italiano tra i più solidi in Europa e in Occidente” e la mancata ratifica “può essere l’occasione per avviare una riflessione in sede europea su nuove ed eventuali modifiche al trattato, più utili all’intera Eurozona”. In ogni caso, per i prossimi sei mesi, a Montecitorio non potrà essere ripresentato nessun testo sul Meccanismo europeo di stabilità. Nel frattempo, vi sarà una lunghissima campagna elettorale per le elezioni europee. Le modifiche al Mes, infatti, sarebbe essere approvate entro la fine dell’anno per far entrare in vigore la riforma di questo meccanismo già dai primi mesi del 2024. Col voto contrario del Parlamento italiano, l’unico ad aver bocciato il “nuovo Mes”, le trattative dovranno inevitabilmente ripartire e, presumibilmente, quindi, se ne riparlerà dopo le Europee, un appuntamento elettorale che vedrà il Mes sicuramente protagonista. Se Atene piange, Sparta non ride. Le divisioni nel centrosinistra, infatti, sono più che evidenti. Il M5S, diversamente dal Partito democratico e dall’Alleanza Verdi/Sinistra Italia, ha votato contro segnando una frattura in politica estera con gli eterni aspiranti alleati del campo largo.

In realtà, ci sarebbe ancora una possibilità che consentirebbe di riaprire la partita del Mes già nei prossimi mesi. È molto difficile, anche se forse tecnicamente possibile, che in Senato possa essere ripresentato un testo che è già stato bocciato alla Camera e che è quello presentato dalle opposizioni. La maggioranza di centrodestra, però, potrebbe presentare un suo testo, un nuovo testo che preveda una novità sostanziale rispetto al precedente.“Termina qui una battaglia ultradecennale, che come Lega abbiamo portato avanti con convinzione e da sempre. Il Parlamento ha messo fine a un dibattito anacronistico e stantio”, spiega il leghista Alberto Bagnai secondo cui la ratifica dello strumento potrà essere ripresentata in Aula ma con “significative” modifiche. Si parla di inserire una clausola di salvaguardia sulla falsariga di quella già esistente in Germania che stabilisca la possibilità di accedere al Mes solo dopo un voto parlamentare favorevole a maggioranza qualificata. Un’ipotesi che, al momento, è sul campo solo in linea teorica, ma che non è ancora stata concretamente presa in considerazione.

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