Se ne riparla oggi. La modifica del Patto di Stabilità è, tutto sommato, accettabile e, quindi, la ratifica del Mes resta all’ordine del giorno della seduta odierna dell’Aula della Camera. Il provvedimento, su cui manca ancora il parere della commissione Bilancio, è al terzo punto. È atteso sempre per oggi, prima dell’Aula, il pronunciamento finale della commissione Bilancio. Alle 8.30 si riuniranno i capigruppo di maggioranza della commissione per decidere cosa fare in Aula mentre alle 9 si riunirà l’ufficio di presidenza per stabilire i tempi per dare il parere. Ai deputati del centrodestra è stata richiesta la massima presenza in Aula.
Ieri il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha solo dovuto prendere atto del nuovo rinvio della commissione Bilancio della Camera. Una questione legata a doppio filo con la riforma del Patto di Stabilità, troppo delicata per desistere sul salva-Stati. Eppure, che qualcosa fosse cambiato lo si era appreso dalla risposta inviata dal sottosegretario all’Economia, Federico Freni, che – interpellato sulla materia da Ylenja Lucaselli (Fdi) – ha sottolineato che non sono previsti impatti sulla finanza pubblica dalla riforma. La capienza del salva-Stati, attualmente a 417 miliardi su 500 miliardi di dotazione massima, consente tranquillamente di rimpinguare il Fondo unico di risoluzione delle crisi bancarie con i 68 miliardi previsti. E, quand’anche quella cifra servisse, il Fondo unico è in grado di rimborsare il «prestito» perché alimentato dal sistema bancario europeo.
Al momento paiono scongiurate le ipotesi di un nuovo rinvio e di un’ulteriore sospensiva dopo quella votata da Montecitorio nello scorso luglio. Sui tempi dell’approvazione occorre ancora cautela. Oggi in calendario sono previsti il voto sull’esame d’urgenza dell’accordo con l’Albania sui migranti e quello sul ddl contro gli illeciti agroalimentari. Ma la Camera deve esprimersi anche sul ddl di delegazione europea e sul Piano Mattei. Non è detto, pertanto, che tutto proceda secondo programma.
«L’urgenza sul Mes che oggi sente l’opposizione è ingiustificata», ha ribadito Lucaselli che si è intestata l’azione dilatoria. Pd e compagnia hanno alzato un polverone come loro consuetudine. «Il governo ci metta la faccia», ha commentato Ubaldo Pagano (Pd). «È stata scelta la strada dell’indecenza», gli ha fatto eco Luigi Marattin (Iv). «Perché i gruppi che nella scorsa legislatura rappresentavano la maggioranza non lo hanno votato se era così importante?», ha replicato Lucaselli, forte della contrarietà sbandierata ancora ieri dal leader pentastellato Conte che pure lo aveva firmato.
In ogni caso, la responsabilità e il realismo impongono di accettare la modifica del trattato istitutivo del Mes, incluse le collective action clauses attutite, cioè la facoltà per il salva-Stati di accelerare la ristrutturazione del debito dei Paesi cui viene in soccorso. Un potere effettivamente gigantesco che discende dalla possibilità di effettuare un’analisi tecnica di sostenibilità del debito dei Paesi Ue soccorsi. Ma anche se il Patto di Stabilità è stato modificato meno severamente, è ovvio che c’è chi gioca in «Serie A» con la Germania e poi ci sono gli altri.