“Mai come in questo tornante della storia dell’umanità, il confine tra bene e male, tra giustizia e ingiustizia, tra vero e falso, dipende dalle nostre scelte. Dalla nostra capacità di leggere il cambiamento in atto per orientarlo. E farlo con la guida dei principi irrinunciabili della nostra civiltà. Nulla può essere dato per scontato. La pace innanzitutto. Ma anche la democrazia, i valori su cui si fonda. A cominciare dall’idea di libertà”. Questo uno dei passaggi dell’intervento del presidente Sergio Mattarella durante i tradizionali auguri alle Alte cariche dello Stato. Il capo dello Stato ha posto l’accento sul clima di tensione a livello internazionale, ma anche sulla fase di grande cambiamento, che rende questo tempo affascinante e drammatico allo stesso tempo: “Il post pandemia, con gli effetti prodotti a tutti i livelli nelle nostre comunità, da quelli umani a quelli economici, sociali e psicologici, soprattutto sui più giovani”.
Mattarella si è soffermato sulla guerra in corso in Medio Oriente, dall’aggressione terroristica di Hamas contro Israele alle azioni militari a Gaza, e ha evidenziato il numero “inaccettabile” di vittime civiili. Allo stesso tempo, l’Europa è coinvolta da due anni dalla guerra in Ucraina, con “l’inaccettabile” invasione da parte della Russia e con un immenso numero di vite umane perdute e immani distruzioni inferte al territorio. Un conflitto che per il presidente della Repubblica “ha improvvisamente sgretolato la convinzione che la pace nel nostro continente, dopo la tragedia dei due conflitti mondiali, fosse acquisita una volta per tutte”.
“La crisi geopolitica rischia di travolgere il precedente ordine mondiale senza che se ne veda all’orizzonte uno nuovo”, ha aggiunto Mattarella, sottolineando che questa condizione di criticità si registra in un’epoca in cui irrompono fenomeni che “imprimono al cambiamento una inedita velocità, che rappresenta anch’essa un fattore con cui misurarsi”. Sul punto, il capo dello Stato ha precisato che il combinato di tecno-scienze e dei mutamenti nella architettura economico-finanziaria potrebbe produrre disorientamenti e sconvolgimenti più grandi rispetto a quelli manifestati all’inizio dell’Ottocento con la prima rivoluzione industriale.
Una riflessione anche sull’intelligenza artificiale e sul suo enorme potenziale. Le nuove tecnologie potrebbero essere protagoniste di un cambiamento radicale, tale da mettere“in discussione i precedenti equilibri, i modelli di sviluppo: quelli sociali, quelli culturali e persino quelli antropologici”. Mattarella ha aggiunto che dell’AI bisogna tenere conto anche dei possibili effetti sul mercato del lavoro, considerando che recenti studi prevedono che la diffusione dei sistemi di intelligenza artificiale generativa possa determinare l’automazione, almeno parziale, di ampia parte degli attuali posti di lavoro: “L’automazione comporterà sicuramente anche la creazione di nuovi posti di lavoro ma in quale numero e di quale livello non è assolutamente prevedibile. Questo non può indurre a rifiutare di accogliere le nuove condizioni tecnologiche e le opportunità che esse offrono ma porrà, con sempre maggior forza, l’esigenza di riqualificare e ricollocare i lavoratori dei settori in contrazione”.
Fiducioso sul futuro dell’Italia – “abbiamo saputo affrontare momenti difficili, anche in tempi recenti della nostra storia repubblicana” – Mattarella nel corso del suo intervento ha tenuto a soffermarsi su un tema particolarmente sensibile negli ultimi mesi, ossia la violenza contro le donne. Il presidente della Repubblica ha affermato che “occorre contrastare con forza, e insieme, i fenomeni di violenza che si manifestano in vari ambiti della società, in particolare scuote le nostre coscienze – ed è intollerabile – la violenza degli uomini sulle donne”. Senza dimenticare, ha proseguito, che “un forte, efficace, contrasto viene fornito dalle tante, diffuse e preziose forme e iniziative di solidarietà, il cui messaggio di esempio, nella narrazione dei media e dei social, finisce sovente per essere oscurato”.