Direttore del Comune ai tempi della giunta Moratti, commissario Expo, al secondo anno del secondo mandato da sindaco. «A gennaio saranno 15 anni che in ruoli diversi lavoro per Milano, è una vita». Il brindisi natalizio con i cronisti di Palazzo Marino è per Sala tempo di bilanci personali e per il futuro della città. Assicura di «non aver perso l`entusiasmo» ma non incoraggia chi verrà dopo di lui, «tra un po` inizieremo a scegliere il possibile “dopo Sala” e a tutti dico che ci vuole una bella dose di coraggio, i tempi sono tali per cui non è semplice». Ribadisce che porterà a termine il mandato (si voterà nella primavera del 2027) e per il dopo esclude di tornare a fare il manager in aziende private o banche, vorrebbe rimanere in politica. Un ruolo da deputato Ue? Non farebbe per lui.
Se non sarà tempo di Politiche e poltrone romane, lascia intendere, non gli dispiacerebbe un ruolo (anche bipartisan) di profilo internazionale. Tempo al tempo. Intanto, chiede al Pd di concentrarsi sulle Europee – «per me è importante, anche in termini di credibilità e consenso, che il centrosinistra esca bene dal voto» – invece di perdere tempo ora a parlare di «federatori» del centrosinistra. «Parlarne oggi è un danno e dipenderà dai risultati alle Europee». La benedizione di Romano Prodi alla segretaria dem Elly Schlein? «Lo sento spesso, ha una visione molto lucida del tutto e la derubrico a una battuta che è stata un po’ estrapolata» smonta. A proposito di consensi, quello sul sindaco secondo un recente sondaggio è in calo, per la prima volta è sotto il 50%.
Non fa autocritica e minimizza: «É un po’ bizzarro che pochi mesi prima sono risultato il sindaco più amato d’Italia e pochi mesi dopo sono in crisi», «essere quasi al 50% dopo 7 anni da sindaco non è semplice e non è un risultato gramo, detto ciò andiamo oltre», «la sicurezza è un problema ma a volte è frustrante far capire che non è un problema solo mio». Fino a: «Non è un’opinione mia che gran parte dei media siano vicini al centrodestra». Anche se il sondaggio nello specifico è stato pubblicato da Repubblica. Ammette infine che «bisogna lavorare di più in termini di cura della città e lo sto chiedendo ai miei, sono le cose che i cittadini vedono e bisogna essere più tempestivi. L’altro tema divisivo è la mobilità ma ho la coscienza pulita, sto facendo quello che ho promesso in campagna».
Il premier Giorgia Meloni è attesa a Milano a febbraio, «non vorrei tirarla per la giacca ma è importante che venga – afferma Sala -, a un incontro con la Uil poco fa (ieri, ndr.) siamo tornati sulla perdita di potere salariale, problema casa, ritorno ad accordi territoriali di secondo livello per mettere più soldi in tasca ai lavoratori. Se c’è un territorio dove si può sperimentare è Milano». Con il governo sostiene di avere «un atteggiamento collaborativo, evito le polemiche al minimo, lavoro per il bene di Milano». Il 29 dicembre accompagnerà il ministro dello Sport Andrea Abodi in tour tra i cantieri olimpici: Arena Santa Giulia (il «PalaItalia»), il villaggio allo Scalo Romana e a Rho Fiera. «A parte i lavori adesso è anche il momento di promuovere l’idea olimpica». Ieri riunione dei soci e ancora niente di fatto sulla pista da bob: Cortina ha inviato il dossier «light», Cesana Torinese ha inviato il progetto solo in serata. Le 4 alternative all’estero sono da settimane nel cassetto della Fondazione Milano-Cortina. «Troviamo la soluzione che costa di meno, senza ragionamenti di tipo territoriale e politico» insiste.
Prova a fare pace con il Consigliodopo le accuse sulla mala-gestione degli Ambrogini: «Credo possa avere un grande ruolo, su M4 si è mosso con responsabilità, vorrei, e devo fare la mia parte, che avesse un ruolo di indirizzo. La giunta deve ascoltare». Spera che nel 2024 «non ci si metta già in clima da campagna elettorale perchè manca troppo, troppo tempo». In aula si sta discutendo il Bilancio, «investiremo 15 milioni in più del 2023 sul Welfare e il 2024 sarà un anno di impegno in previsione delle Olimpiadi». Ci attende «un altro anno difficile, Milano sta vivendo un periodo caratterizzato da più difficoltà e non mi sfugge. Si sono esacerbati alcuni problemi come il costo dell’abitare. Ma spesso quando leggo analisi e riflessioni sono sempre su cosa non va, o come se si fosse smarrita la via. C’è da lavorare e migliorare ma a Milano non si è smarrita la via, è sempre in una posizione ampiamente positiva».