Con il Natale ormai alle porte è quasi scontato notare come i palinsesti dei principali canali del digitale terrestre si stiano pian piano riempiendo di lungometraggi a tema. È il caso de La banda dei Babbi Natale, pellicola diretta da Paolo Genovese nel 2010 che viene mandata in onda questa sera alle 21.26 su Italia 1. Il lungometraggio ha avuto così tanto successo che, stando a quanto si legge su Coming Soon, è stato anche oggetto di un remake nel 2015 in lingua tedesca dal titolo Weihnachts-Männer.
La banda dei Babbi Natale, la trama
La banda dei Babbi Natale si apre durante la notte della Vigilia di Natale, quando il commissario Irene Bastetti (Angela Finocchiaro), si trova davanti tre uomini vestiti da Babbo Natale e che sono sospettati di essere una banda di ladri, specializzati nei furti in appartamento. Una banda che è già riuscita a ripulire ben otto case, approfittando delle vacanze di Natale. Le cose, tuttavia, non sono affatto come appaiono e i tre non sono affatto ladri.
Aldo è uno scansafatiche con la passione per il gioco d’azzardo che vive alle spalle della fidanzata Monica (Silvana Fallisi). I suoi problemi relazionali lo obbligano ad andare a vivere dall’amico Giacomo, rimasto vedovo e ancora ossessionato da incubi su sua moglie, a dimostrazione di non essere ancora riuscito a superare il lutto. Infine c’è Giovanni, veterinario sposato con Marta (Lucia Ocone), che ha però una seconda vita e una seconda compagna in Svizzera, che spera di convolare presto a giuste nozze, perché non sa che il suo amante ha già una famiglia. In cerca di una soluzione per i problemi che li attanagliano i tre vengono sorpresi all’interno di un’abitazione: sarà loro compito spiegare come hanno fatto ad arrivare fin lì e perché, per dimostrare di essere innocenti e di non far parte della banda criminale dei Babbi Natale.
Un Natale tutto da ridere
La banda dei Babbi Natale rappresenta l’ottavo film interpretato dal trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, una pellicola che ha continuato a dimostrare la grande presa che il trio “esloso” a Mai dire gol ha continuato ad esercitare sul grande pubblico, diventando nel 2010 una delle pellicole più viste dell’intera stagione cinematografica. A ben guardare il film di Paolo Genovese non presenta nulla di particolarmente innovativo e anzi gioca su cliché e stereotipi ormai ben consolidati nella filmografia di Aldo, Giovanni e Giacomo. Ecco allora che Aldo Baglio torna a interpretare un uomo dal cuore tutto sommato buono, ma anche profondamente ingenuo e infantile, così come Giacomo Poretti rimane la voce della coscienza del trio, quello più razionale e coi piedi per terra, mentre Giovanni Storti si frappone tra queste due realtà, una via di mezzo che riesce a far ridere proprio per il suo essere pignolo da una parte e infantile dall’altra.
E in certo senso è proprio questa familiarità a rappresentare uno dei punti di forza de La banda dei Babbi Natale. In ambito cinematografico ci sono dei progetti che non hanno necessariamente bisogno di essere innovativi e originali: a volte chi va al cinema o sceglie di vedere un film lo fa perché sa esattamente quello che può aspettarsi. Non deve ragionare, non è chiamato in causa: può semplicemente starsene seduto a ridere di una storia che si basa su archetipi che hanno già dimostrato di funzionare e che prevede solo svolte a livello narrativo.
Il paradosso, però, risiede nel fatto che Aldo, Giovanni e Giacomo – e con loro il regista che li guida – dimostrano di non voler necessariamente compiacere il pubblico. A ben vedere La banda dei Babbi Natale non è un film di Natale canonico. Si tratta di una pellicola scanzonata, a tratti grottesca, che non rimanda alcun vero buon sentimento. Al contrario, senza voler fare spoiler, il film è pieno di scelte politicamente scorrette: persino il finale non è la chiosa di una bella fiaba, ma il cinico ammiccare di personaggi che non si sono realmente evoluti o redenti, ma hanno solo capito meglio come volgere le situazioni a proprio beneficio. Il Natale secondo Aldo, Giovanni e Giacomo è un Natale fatto di tradimenti, di menzogne dette con il candore di un bambino, di animali maltrattati e suocere mandate al pronto soccorso. Il tutto, però, reso con una certa eleganza e una grazia che non rendono mai queste scelte triviali o trash.
Una scelta, quella di non essere piacevoli a ogni costo, che è stata sottolineata anche dal regista stesso che, in un’intervista riportata sempre da Coming Soon ha detto:“Loro non si preoccupano di piacere al pubblico, certe scelte dei film di Natale sono fatte pensando al pubblico. Loro fanno quello che gli piace”. Ed è per questo che il film funziona: perché si sente l’onestà intellettuale di chi lo ha realizzato, la sincerità degli intenti. Nel non volersi necessariamente e totalmente piegare ai gusti del pubblico, Aldo, Giovanni e Giacomo, insieme a Paolo Genovese, hanno realizzato un film di Natale sui generis, che fa ridere senza sforzo e che ci fa guardare in faccia i limiti della nostra società, dei furbi che cercano di aggirare il “sistema”, di chi non vuole amalgamarsi a uno status quo. Forse La banda dei Babbi Natale non è un film qualitativamente all’altezza di pellicole come Chiedimi se sono felice, ma è senza dubbio degno di rientrare nella lista dei film natalizi da rivedere ogni anno.