Il caso dei pandoro «rosa» Balocco targati Ferragni si complica. E guai giudiziari sono in arrivo, dopo la multa dell’Antitrust da oltre 1,4 milioni di euro alle società Fenice e Tbs Crew, riconducibili all’imprenditrice digitale, e le scuse pubbliche sui social della influencer, che ha annunciato una donazione da 1 milione di euro a un ospedale di Torino. L’esposto-querela di Codacons e Assourt finisce quindi sul tavolo dei magistrati milanesi e ora la procura guidata da Marcello Viola è pronta aprire, già stamattina, un fascicolo d’indagine. Che per il momento potrebbe essere iscritto a modello 44, cioè con ipotesi di reato (truffa, secondo la tesi dell’associazione dei consumatori) ma senza indagati.
Nell’esposto si fa riferimento all’acquisto del PinkChristmas da parte di una signora che acquistò il pandoro all’Auchan di Taranto a 9 euro (più del doppio rispetto al pandoro non griffato, venduto a 3,70 euro) «con il solo intento di fare un’opera di bene». Pensava infatti la compratrice – e anche gli altri consumatori, secondo l’Antitrust che infatti ha ipotizzato una pratica commerciale scorretta – che il sovrapprezzo andasse in beneficienza, anche se in realtà la donazione (50 mila euro) era stata già effettuata dall’azienda diversi mesi prima dalla messa in vendita dei pandoro. La differenza di prezzo invece, è andata solo a beneficio di Balocco e Ferragni.
Una vicenda su cui la procura di Milano dovrà disporre accertamenti, anche perché, come si legge nella denuncia delle associazioni, la campagna promozionale «spronava all’acquisto facendo capire che il ricavato della vendita sarebbe andato interamente in beneficenza». Secondo fonti legali, essendo però il reato di truffa procedibile a querela, l’onere della prova spetterebbe comunque all’acquirente danneggiato che dovrebbe presentare prova dell’avvenuto acquisto presentando lo scontrino. Non è così secondo il Codacons, secondo il quale basta presentare un’autocertificazione giurata dell’acquisto e anzi fa sapere che «sta ricevendo centinaia di segnalazioni».
Intanto sempre il Codacons ha annunciato ieri un nuovo esposto all’Autorità per la concorrenza su un altro prodotto sponsorizzato da Ferragni: ovvero le uova di Pasqua di Dolci Preziosi. «Se confermati i fatti così come riportati oggi dai mass media, ci troveremmo di fronte ancora una volta ad una operazione commerciale della Ferragni mascherata da beneficenza», le parole dell’associazione dei consumatori. Ed ecco un altro cortocircuito social-mediatico-giudiziario. Selvaggia Lucarelli, che per prima ha parlato delle uova ieri, risulta indagata dalla stessa procura di Milano per diffamazione aggravata dall’offesa con il mezzo della pubblicità. Querelata proprio dai Ferragnez, nella persona di Federico Leonardo Lucia (Fedez) perché lei gli diede del «bimbo minkia» in un post sui social sulla lite con lo youtuber Luis Sal (il video diventò virale per la frase «Dillo alla mamma, dillo all’avvocato»). La pm Letizia Mocciaro si appresta a chiudere l’indagine nei confronti della giornalista, che potrebbe essere condannata: l’avvocato del rapper, Gabriele Minniti ha infatti allegato una sentenza della Cassazione dell’aprile 2022 che è un precedente non da poco in quanto ha stabilito che l’espressione è diffamante perché indica chi ha «quoziente intellettivo limitato».