Abel Argenis Alvarez Vasquez, lo zio della piccola Kataleya Alvarez Chicclo, è stato scarcerato. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari di Firenze, Angelo Antonio Pezzuti, accogliendo (dopo il parere favorevole del pubblico ministero Christine von Borries) la richiesta avanzata dall’avvocato Elisa Baldocci: dopo quattro quattro mesi trascorsi in carcere, per l’uomo sono stati quindi disposti gli arresti domiciliari. Questo è quanto riporta oggi il quotidiano Il Tirreno. “Il periodo di tempo trascorso in regime di custodia in carcere – scrive il giudice – sembra avere esercitato un’adeguata efficacia deterrente verso il pericolo di recidiva”. Le esigenze cautelari sussistono ma risultano attenuate, secondo il gip, rispetto a quando nel mese di agosto fu adottata la misura.
E possono essere quindi salvaguardate con gli arresti domiciliari. Abel Alvarez Vasquez era stato arrestato lo scorso agosto insieme a Carlos De La Colina Palomino, Nicolas lenes Aucaucasi e Carlos Manuel Salinas Mena, con le accuse a vario titolo di estorsione, tentata estorsione e rapina, nonché di un tentato omicidio e lesioni gravi. Per un episodio che risale allo scorso 28 maggio: quella sera, secondo quanto ricostruito dalla polizia, all’interno dell’ex-Hotel Astor di Firenze vi fu un raid punitivo con bastoni e mazze da baseball nei confronti di un occupante ecuadoregno, il quale si gettò dalla finestra per salvarsi la vita. Anche Carlos de la Colina è da una settimana ai domiciliari, così come Nicolas Lenes Aucacasi, mentre per Carlos Manuel Salinas Mena è stato disposto l’obbligo di firma. Secondo l’accusa, lo zio di Kata, detto “Dominique”, avrebbe avuto un ruolo di primo piano nella gestione del cosiddetto “racket degli affitti” all’interno dell’edificio occupato.
Lo stesso stabile nel quale viveva anche la nipote, ovvero la bimba di 5 anni scomparsa da Firenze lo scorso 10 giugno. Insieme ad uno zio paterno di Kataleya, il diciannovenne Marlon Edgar Chicllo Romero, Abel risulta inoltre indagato con l’accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione: l’ipotesi degli investigatori è che entrambi possano essere coinvolti in qualche modo nella sparizione della giovanissima. Ci sarebbero poi due cugine peruviane di 23 e 31 anni e un cittadino rumeno di 29 anni, tutti ex-occupanti dell’Astor, ma la loro posizione sarebbe ormai ad un passo dall’archiviazione. Le indagini stanno insomma andando avanti, partendo da quella che appare ormai alla stregua di una certezza: all’interno dell’immobile non sono emerse tracce della bambina sequestrata tali da rappresentare una prova capace di imprimere una svolta all’indagine.