Un altro «errore di comunicazione», o chissà. Dopo i «pandori amari» della moglie, Chiara Ferragni, è il marito Fedez (tondo) a incappare in un brutto scivolone, stavolta sui posti letto in terapia intensiva di Milano durante i giorni neri dell’epidemia Covid.
Uno svarione dettato forse da faciloneria, o magari da un’ispirazione frettolosa. Il cantante voleva replicare alla frecciata lanciata dalla premier Giorgia Meloni contro gli «influencer», e ha provato a farlo sottolineando il contributo di famiglia nella stagione dell’emergenza sanitaria. Fatto sta che ha fatto confusione ed è stato smentito, dati alla mano, dalla Fondazione Fiera e dalla Regione Lombardia, artefici di un’impresa sanitaria – l’ospedale in Fiera – che fu condotta da Guido Bertolaso e sostenuta da molti benefattori, fra i quali anche Silvio Berlusconi, e i lettori del Giornale.
Anche i «Ferragnez» fecero la loro parte, è vero, in quella complessiva gara di generosità (al San Raffaele) – ma Fedez, preoccupato com’era di riaccreditare presso i followers la generosità di coppia – al momento offuscata – ha un po’ pasticciato. Inoltre, tirando in ballo polemicamente governo e Regione, da un lato ha ignorato l’opera del Pirellone, dall’altro ha dimenticato che l’esecutivo che ha chiamato in causa non era di centrodestra, bensì il governo Conte. «Durante la pandemia – ha detto nel suo breve video – io e mia moglie abbiamo fatto una raccolta fondi da 4 milioni di euro e abbiamo costruito in 10 giorni una terapia intensiva da 150 posti letto che ha salvato delle vite seduta stante». «Sapete il governo e la Regione Lombardia quanto ha speso – ha chiesto – per costruire la stessa terapia intensiva, con gli stessi posti letto, entrata in funzione una miriade di mesi dopo? Dieci milioni di euro per curare forse un terzo, un quarto, un decimo delle persone che abbiamo curato noi».
Una dichiarazione che, per citare le note di ben altro cantante, è figlia di un’illusione e fa confusione. Così, prima si è incaricata di «fare chiarezza» la Fondazione Fiera: «Non è assolutamente vero che è stato realizzato in ritardo – ha detto fra l’altro – in 10 giorni di lavoro è stata costruita da zero una struttura di eccellenza», in cui sono stati curati, in due anni, «538 pazienti gravi». La Regione, elegante e impietosa, ha ringraziato tutte le donazioni, ma poi ha spiegato: «I posti letto di terapia intensiva che sono stati ricavati nella struttura realizzata grazie alle donazioni raccolte da Fedez e Chiara Ferragni erano 14 e non 150. All’ospedale in Fiera, invece, grazie alle donazioni di oltre 6mila donatori privati, anche semplici cittadini, si è potuto realizzare un vero reparto di terapia intensiva con 157 posti letto».