Verrà sottoposta a processo la 35enne di nazionalità etiope arrestata lo scorso agosto per aver evirato il suo ex marito. La donna, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, aveva proposto all’uomo un rapporto sessuale, mascherandolo come un tentativo di riavvicinamento, ma aveva poi approfittato dalla situazione per aggredirlo. Da qui il processo immediato.
La vicenda
Il caso risale a questa estate, per la precisione al 12 agosto. La vicenda si era svolta fra le mura di un appartamento di Marghera (Venezia). Inizialmente la donna aveva raccontato di essersi incontrata con l’ex marito, un connazionale di 40 anni residente da tempo in Italia, per accordarsi sulla gestione della figlia. Nel corso di un’accesa discussione, stando alla versione della straniera, l’uomo l’avrebbe aggredita, cercando di violentarla, e ciò avrebbe portato alla reazione di lei: afferrato un coltello, aveva colpito nelle parti intime il 40enne, riuscendo a staccare una parte del pene.
Sul posto erano intervenuti gli agenti della polizia di Stato e gli operatori sanitari del Suem. L’uomo era stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale di Venezia-Mestre, dove era stato medicato e poi sottoposto a un intervento di ricostruzione del pene.
Col passare delle ore gli inquirenti avevano cominciato a nutrire dei dubbi sul movente dello stupro e la stessa donna si era avvalsa della facoltà di non rispondere dinanzi al Gip. La 35enne era stata successivamente arrestata con l’accusa di lesione aggravate da parte degli agenti della questura e tradotta dietro le sbarre del carcere femminile della Giudecca. “Dopo i primi accertamenti, sentita la versione della vittima ed acquisite le contraddittorie giustificazioni della donna si è proceduto all’arresto di quest’ultima“, avevano dichiarato gli inquirenti, come riportato da Repubblica.
Il processo immediato
A distanza di alcuni mesi, la procura ha deciso di procedere con il processo nei confronti della 35enne etiope. Vi sarebbero, infatti, validi elementi per andare avviare il procedimento. Si andrà direttamente a processo, dunque, senza udienza preliminare. La donna, accusata del reato di lesioni gravissime, con l’aggravante aver utilizzato un’arma, sarà difesa dall’avvocato Pietro Speranzoni.
Secondo gli inquirenti, quello dell’imputata non sarebbe stato un gesto di difesa nei confronti di un tentativo di stupro, ma una vera e propria punizione nei confronti dell’ex compagno. Arrivata nel suo appartamento – questa la ricostruzione dell’accusa – aveva infatti proposto all’uomo un rapporto sessuale per riappacificarsi, per poi attaccarlo con un coltello da cucina che aveva tenuto nascosto.