Nonostante l’assenza forzata di Giorgia Meloni, costretta ad annullare tutti gli impegni odierni dopo essere stata colpita dall’influenza, il governo ha assunto almeno due importanti decisioni in altrettanti momenti diversi a Palazzo Chigi. Prima la cabina di regia per la verifica del conseguimento dei 52 obiettivi connessi alla quinta rata del nuovo Pnrr, approvato dal Consiglio europeo lo scorso 8 dicembre. Quanto stabilito dalla Cabina di regia consentirà ora all’Italia “di presentare formalmente alla Commissione europea entro il 31 dicembre 2023 – unico Stato membro finora – la richiesta di pagamento della quinta rata, pari a 10,5 miliardi di euro, che nei prossimi mesi si aggiungeranno ai 16,5 miliardi di euro della quarta rata, in dirittura d’arrivo entro fine anno“, si legge nel comunicato.
Tra gli obiettivi previsti nella quinta rata figurano importanti misure come l’aggiudicazione degli appalti del settore idrico, l’elettrificazione della linea ferroviaria nel Mezzogiorno e la tratta Ferroviaria Salerno-Reggio Calabria. “In tema di ambiente sono previsti interventi per il potenziamento delle condotte, della depurazione e per la realizzazione degli impianti per la valorizzazione dei rifiuti. In tema di pubblica istruzione – prosegue la nota – è in programma l’entrata in vigore della riforma dell’organizzazione del sistema scolastico, nonché l’aggiudicazione di tutti gli appalti per la realizzazione dei nuovi plessi. Sono, inoltre, previsti significativi traguardi in tema di digitalizzazione, con particolare riferimento al Ministero della difesa, della giustizia, al Consiglio di Stato, all’Inps e all’Inail“.
L’attuazione della delega fiscale
Subito dopo si è tenuto il Consiglio dei ministri con l’ok definitivo a due decreti legislativi di attuazione della delega – fiscalità internazionale e adempimenti e versamenti – mentre il dlgs sui tre scaglioni Irpef è stato rimandato al prossimo Consiglio dei ministri per un approfondimento tecnico in coerenza con la Legge di Bilancio in via di approvazione. Quindi, al prossimo consiglio dei ministri – che sarà l’ultima riunione del 2023 – verranno approvati, secondo quanto si apprende, altri decreti delegati attuativi della riforma del sistema tributario segnando l’avvio della rivoluzione fiscale del governo Meloni. Fonti del governo assicurano che “la riforma fiscale del governo Meloni procede a ritmo spedito“. Tra pochi giorni, una volta che la legge di bilancio sarà approvata definitivamente dal Parlamento, verrà analizzata la riforma fiscale che porterà da quattro a tre le aliquote Irpef per il prossimo anno solare. Si tratterà dell’attuazione del primo modulo di riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche e altre misure in tema di imposte sui redditi.
Il decreto legislativo sui Giochi
È stato inoltre licenziato il dlgs sul riordino dei Giochi, in attuazione della delega fiscale, con disposizioni relative alle gare dei giochi a distanza: “Si è messa fine alla stagione delle proroghe dei giochi online predisponendo una cornice generale per la definizione dell’intero sistema e per bandire le nuove gare. Sono inoltre previste misure volte al contrasto all’illegalità e alla tutela dei giocatori più deboli“. Viene ipotizzato il rilascio di circa 50 concessioni per introiti pari a circa 350 milioni di euro nelle casse dello Stato, di cui circa 200 milioni nell’anno 2024 e 150 milioni nel primo semestre dell’anno 2025. Per quanto riguarda il gettito derivante dal canone di concessione, utilizzando come base di calcolo i compensi percepiti dai concessionari per l’anno 2022 e applicando un aumento prudenziale del 20% (in linea con l’aumento della raccolta), si può ipotizzare, a decorrere dal 2025, un introito annuo derivante da canone di concessione pari a circa 100 milioni di euro.
Ogni concessione online costerà sette milioni, pagabili in due rate: quattro milioni di euro all’atto del rilascio della concessione e tre milioni di euro all’atto della effettiva assunzione del servizio del gioco da parte dell’aggiudicatario, da attivarsi, comunque, non oltre sei mesi dal rilascio della concessione; fermo restando il limite numerico massimo di cinque concessioni che possono essere chieste da un singolo gruppo societario. I concessionari dovranno poi versare un canone annuo di concessione determinato nella misura del tre per cento del margine netto del concessionario calcolato sottraendo all’importo della raccolta di gioco l’ammontare delle vincite erogate e delle relative imposte, versato in due rate di pari importo entro il 16 gennaio e il 16 luglio di ogni anno di concessione. Il canone sarà bloccato per tutto il tempo della concessione.