Il ministro della Difesa Guido Crosetto, ancora una volta, è stato chiamato a dar conto dei suoi affari personali, non relativi alla sua attività politica e ministeriale. Il caso è quello di un’abitazione privata che il ministro ha affittato in zona centrale a Roma, un appartamento su due piani per il quale al momento il titolare della Difesa non sta versando il canone mensile. Una situazione che è parsa un’occasione ghiotta per gli oppositori del governo Meloni per attaccare ancora una volta Crosetto che, di nuovo, si è dovuto difendere dimostrando le ragioni di una mancata elargizione del canone di locazione.
“Mi disgusta doverlo fare ma mi sono stufato. ‘Come mai si è trasferito da due mesi in un appartamento (non utilizzando l’alloggio di servizio a disposizione, gratuitamente, alla difesa) e pagherà da gennaio?’ Semplicemente perché i lavori (a carico a locatore) sono a questo punto“, ha scritto il ministro in risposta al Fatto Quotidiano, condividendo pubblicamente l’interno della sua abitazione. Appare quanto meno inusuale che un ministro della Repubblica, che per tale incarico e riceve uno stipendio che può spendere a sua totale discrezione, sia costretto a giustificarsi per un contratto di locazione effettuato tra privati.
In un tweet successivo, poi, il ministro aggiunge: “Queste foto, odierne, penso spieghino perché, come qualunque inquilino, io sia un po’ irritato. Da ministro mi comporto come mi comporterei da cittadino: cerco di rispettare i miei doveri e difendere i miei diritti. PS grazie per aver resa pubblica la mia residenza“. Rivelare il luogo in cui un ministro abita insieme alla sua famiglia, composta da moglie e figli, è uno smacco all’apparato di sicurezza nazionale. Ma c’è di più, perché tutto quanto quello che sta facendo il ministro, è regolato da una scrittura privata tra le parti, della quale a nessuno dovrebbe importare, se non ai diretti interessati.
E che esista questa scrittura privata e che sia tutto stato concordato, eliminando qualunque ombra di morosità che qualcuno ha provato ad avanzare nei confronti del ministro, ci ha pensato il proprietario di quell’appartamento, conoscente di lunga data di Crosetto: “Il contratto è stato fatto a novembre con la speranza di finire i lavori entro l’anno. Purtroppo i tempi si sono allungati e sto creando disagio a un amico“. Fino a ottobre, il ministro ha pagato l’affitto nella precedente abitazione, prolungando la sua permanenza, ma ora si trova a vivere tra gli scatoloni di una casa in ristrutturazione. Come ha mostrato lui stesso.