Alphabet, la società che controlla Google, pagherà 700 milioni di dollari negli Stati Uniti per per archiviare le accuse di monopolio contro il suo Play Store. Dei 700 milioni che Alphabet pagherà, cui 630 andranno nelle casse di un fondo per la tutela dei consumatori, mentre gli altri 70 saranno destinati a un fondo per gli Stati che hanno sporto denuncia.
Perché Google pagherà 700 milioni di dollari
L’azienda di Mountain View è stata accusata di aver monopolizzato il mercato delle app e di aver eliminato la concorrenza sfruttando il suo Play Store. In particolare, avrebbe imposto commissioni eccessive sugli acquisti digitali all’interno della piattaforma impedendo l’utilizzo di metodi di pagamento alternativi che potevano offrire commissioni più vantaggiose. Questo ha portato alla causa, iniziata nel 2021, e all’accordo raggiunto lunedì 18 dicembre, annunciato da un tribunale di San Francisco.
La somma pattuita servirà a rimborsare di almeno 2 dollari tutti i cittadini degli Stati denuncianti – 50 Stati americani, il Distretto di Columbia, Porto Rico e le Isole Vergini – che hanno effettuato acquisti sul Play Store nel periodo tra il 16 agosto 2016 e il 30 settembre 2023. La cifra sarà stabilita singolarmente per ogni consumatore in base ai soldi spesi sulla piattaforma effettuata nel suddetto periodo.
Alphabet poi non sarà chiamata solamente a pagare, ma dovrà anche rendere il Play Store più “aperto“. Per fare in modo che l’apertura si concretizzi, l’azienda dovrà consentire agli sviluppatori negli Stati Uniti di adottare metodi di pagamento alternativi per gli acquisti in-app e dovrà anche semplificare la possibilità di scaricare le app da piattaforme alternative al Play Store.
La risposta di Google
Google ha affermato di non ritenersi colpevole, ma temendo sanzioni più alte ha deciso di trovare un compromesso.
Wilson White, vicepresidente per gli affari governativi e la politiche pubbliche dell’azienda, ha affermato che “questo accordo si fonda sulla possibilità di scelta e sulla flessibilità di Android, mantiene forti le protezioni di sicurezza, la capacità di Google di competere con altri sistemi operativi e le possibilità di investire nel suo ecosistema”.
Al netto di questa dichiarazione, quello attuale rimane un momento molto delicato per Google: soltanto una settimana fa ha perso un’altra importante causa, quella con Epic Games, scaturita sempre dall’accusa di abuso della sua posizione di monopolio.