Un piccolo museo che ricorderà gli italiani costretti a fuggire dopo la Seconda Guerra Mondiale dall’Istria, dalla Dalmazia e dagli ex-territori del Regno d’Italia passati alla Jugoslavia. Sorgerà a Firenze nell’ambito del progetto di riqualificazione del complesso di Sant’Orsola, accogliendo così la richiesta presentata da Fratelli d’Italia per rendere omaggio agli esuli istriani, giuliani e dalmati. “In consiglio comunale è stato approvato il progetto della nuova Sant’Orsola – hanno fatto sapere in una nota pubblicata nelle scorse ore Jacopo Cellai ed Alessandro Draghi, consiglieri di FdI nel capoluogo della Toscana – che prevederà una scuola di istruzione superiore, un museo che ospiterà la tomba di Monna Lisa, un giardino urbano, negozi, laboratori artigianali, una ludoteca. E un piccolo museo memoriale per gli esuli istriani, giuliani e dalmati, come richiesto proprio da noi di Fratelli d’Italia”.
Il progetto unitario convenzionato fra palazzo Vecchio, Città Metropolitana di Firenze e il gruppo immobiliare francese Artea Group per il recupero dell’ex-convento Sant’Orsola prevede a quanto pare la realizzazione di una scuola d’arte e di design, ristoranti e caffè, botteghe di artigiani e atelier d’artisti, una foresteria connessa alle attività didattiche, spazi di coworking e start-up culturali. All’interno del nuovo Sant’Orsola troverà però spazio anche un’area dedicata agli esuli italiani provenienti dall’Est. Un omaggio tutt’altro che casuale, visto che centinaia di loro furono accolti al ritorno in Italia proprio in quell’edificio del centro storico fiorentino. Prima che venisse abbandonato, il Sant’Orsola operò come infatti come centro di raccolta profughi più o meno dal 1945 al 1955, accogliendo numerosi profughi in fuga dal regime di Tito.
Nell’arco di un decennio, vi confluirono in particolare con le loro famiglie 580 dipendenti della Manifattura Tabacchi di Pol, assegnate alla Manifattura Tabacchi di Firenze. Un’azienda che dall’800 al 1941 aveva avuto sede proprio al Sant’Orsola, nelle cui stanze vennero ricavati, con precari separè di legno e cartone legati con lo spago, quasi trecento ambienti familiari. Il museo dovrebbe a quanto sembra ricordare proprio la loro storia, testimoniando il timore e le preoccupazioni per le persecuzioni messe in atto dal regime comunista, che si sarebbe tradotta nel dramma delle foibe. Sempre nel nuovo Sant’Orsola, probabilmente accanto al memoriale, dovrebbe essere inaugurata anche la targa commemorativa annunciata qualche anno fa. “Siamo esuli fiumani, istriani e dalmati attraverso confini di odio e di morte la scritta impressa sulla targa – siamo case strappate, uomini donne e bambini costretti a diventare stranieri. Ora siamo libertà ritrovata che ricorda che siamo stati e sempre saremo italiani”.