Dal 10 al 16 dicembre la Guardia costiera tunisina ha bloccato ben 26 tentativi di migrazione irregolare. Nello specifico sono state intercettate 324 persone a bordo di diverse imbarcazioni: tra i migranti in questione è stato possibile risalire non solo a 36 organizzatori e mediatori di traversate clandestine ma anche a 26 ricercati per reati di diritto comune. Sempre nello stesso periodo, fa sapere la Guardia nazionale, è stato possibile provvedere alla distruzione di 17 imbarcazioni.
Senza alcun dubbio le condizioni climatiche rappresentano un elemento in grado di scoraggiare le partenze, ma la causa del netto calo degli sbarchi di migranti in Italia negli ultimi due mesi trova radice anche in un altro fattore: è l’effetto degli accordi di collaborazione con la Tunisia e con la Libia, ovvero i due principali Paesi di transito. Per Matteo Piantedosi, intervistato da Il Tempo, si tratta di un risultato a cui si è arrivati dopo una serie di sforzi che permette di guardare al futuro con ottimismo.
Migranti, sbarchi ed espulsioni
Il ministro dell’Interno ha affermato che continuando a percorrere la strada della collaborazione e promuovendo una relativa intensificazione si potrà essere fiduciosi sul fatto che il trend di diminuzione degli arrivi sulle coste del nostro Paese “possa confermarsi l’anno prossimo“. A tal proposito ha snocciolato alcuni numeri nell’ambito dell’accordo con la Tunisia, che nel corso di quest’anno “ha bloccato 83.944 partenze” tra migranti riportati a terra e persone bloccate prima dell’imbarco. Una cifra che, se paragonata a quella dell’anno precedente, fa registrare un aumento “del 192%“.
Piantedosi ha dunque voluto porre l’attenzione sullo sforzo messo in atto da Tunisi, a cui va affiancato il rafforzamento della collaborazione per quanto riguarda i rimpatri volontari assistiti fornendo aiuti alla Tunisia e alla Libia per intercettare i migranti quando effettuano l’ingresso nel loro territorio nazionale. Si guarda ai finanziamenti europei e al contributo delle organizzazioni umanitarie internazionali. Proprio sui rimpatri ha fatto notare che quest’anno si è potuto contare su “un incremento del 10%“.
Sono diversi i piani d’azione su cui il governo guidato da Giorgia Meloni si sta muovendo nell’ottica del contrasto all’immigrazione irregolare. Un obiettivo che può essere raggiunto attraverso diversi strumenti, dagli accordi di collaborazione con i Paesi da cui provengono i migranti all’estensione della rete dei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr). Senza dimenticare il Patto con l’Albania e il decreto sull’attività delle Organizzazioni non governative; il titolare del Viminale ha annotato che la percentuale degli arrivi irregolari trasportati dalle Ong “si è ridotta“. Sullo sfondo resta il Piano Mattei con l’Italia che punta a tornare centrale nei rapporti con l’Africa, tentando “di risolvere alla radice il problema dell’immigrazione illegale e non solo“.
L’allerta terrorismo
Inoltre Piantedosi è stato interpellato sul fronte dell’allerta terrorismo, la cui ombra è tornata protagonista sull’Europa in seguito all’attacco di Hamas ai danni di Israele. Il nostro Paese ha subito rafforzato la sicurezza nei luoghi sensibili, attivandosi per cercare di scongiurare il riattivarsi di cellule dormienti. La crisi in Medio Oriente e le situazioni di tensione a livello internazionale, ha sottolineato il ministro dell’Interno, impongono di tenere alta l’attenzione “anche rispetto a un rischio che ad oggi possiamo ritenere indefinito“.
L’Italia si è attivata sul contrasto alla minaccia jihadista anche prima della crisi attualmente in corso. Su questo punto Piantedosi ha rimarcato che dall’inizio del 2023 il numero di espulsioni per motivi di sicurezza nazionale ammonta a 70, di cui 20 dopo il 7 ottobre (giorno dell’aggressione di Hamas al cuore di Israele). “Sono numeri eloquenti dell’impegno che stiamo mettendo sul fronte della prevenzione. Non bisogna assolutamente abbassare la guardia“, ha concluso il titolare del Viminale. Proprio ieri un 20enne italiano di origine marocchina è stato arrestato per apologia ed istigazione a delinquere, aggravati dalla finalità di terrorismo e addestramento con finalità di terrorismo internazionale. Avrebbe esaltato gruppi terroristici come Al Qaeda e Daesh oltre che spiegato come creare esplosivi con ingredienti comuni.