Sono almeno 215 milioni le dosi di vaccino anti-Covid acquistate dai Paesi dell’Unione europea all’apice della pandemia che sono state inutilizzate e infine buttate. Un costo per i contribuenti europei che si aggira intorno ai 4 miliardi di euro. Cifra pari al prezzo di un grande progetto infrastrutturale o alla spesa sanitaria annuale della Croazia. A riferirlo è la testata Politico, che spiega come questi siano dati sottostimati rispetto ai numeri reali.
La testata spiega che dal 2020 a oggi i Paesi dell’Ue hanno complessivamente ricevuto 1,5 miliardi di dosi, il che equivale a più di tre vaccini per ogni persona in Europa. Molte di queste scorte ora giacciono ora nelle discariche di tutto il continente in attesa di essere buttate. Secondo l’inchiesta condotta da Politico, i Paesi dell’Ue hanno mediamente gettato 0,7 vaccini per ogni abitante. Il Paese più “sprecone” è l’Estonia, che ha gettato più di una dosa per abitante, seguita dalla Germania. Seguono Slovenia, Paesi Bassi e Italia. Il numero di vaccini gettati tende a corrispondere alle dimensioni dei relativi Paesi, con la Germania che conta 83 milioni di dosi scartate e il Lussemburgo poco meno di mezzo milione.
Secondo i dati di Politico, l’Italia ha buttato 49.105.220 dosi di vaccino su una popolazione 59,11 milioni di persone. Praticamente, 0,83 vaccini buttati per ogni abitante della penisola. Buona parte dei vaccini scartati sono stati acquistati nel 2021, quando l’Unione europea stipulò un grande contratto per l’acquisto di 1,1 miliardi di dosi da Pfizer e BioNTech. Nonostante fosse un periodo problematico e al tempo fosse difficile prevedere se la pandemia si sarebbe esaurita in poco tempo, com’è effettivamente accaduto, Politico sottolinea che, sia la portata, sia la tempistica dell’accordo con Pfizer si sono rivelate problematiche. Come riferito nel 2021 dal New York Times, per un mese la presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen, scambiò messaggi e telefonate con Albert Bourla, l’amministratore delegato di Pfizer.
Il contenuto degli sms scambiati tra von Der Leyen e Bourla non è mai stato reso noto: tanto che, lo scorso febbraio, il New York Times ha deciso di portare in tribunale la Commissione europea proprio in virtù della della mancata pubblicazione dei messaggi di testo tra la presidente von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer. Il quotidiano statunitense ha denunciato l’esecutivo Ue alla Corte di Giustizia dell’Unione, affermando che la Commissione ha l’obbligo legale di rendere pubblici i messaggi, che potrebbero contenere informazioni sugli accordi dell’Ue per l’acquisto di dosi di Covid per un valore di alcuni miliardi di euro. I dati sulle milioni di dosi di vaccino buttati non fanno altro che rafforzare i dubbi sui contenuti dell’accordo tra la Commissione europea e Pfizer.
Le dosi inutilizzate sono dovute alla scarsa adesione degli europei alla campagna vaccinale dopo il primo ciclo di vaccinazioni. Il 73% delle persone nei Paesi dell’Unione Europea ha effettuato un ciclo primario di vaccinazione anticovid, ma poco più della metà degli europei ha effettuato il primo richiamo e solo il 14% il secondo (la terza dose). Nel frattempo, i Paesi europei – Italia compresa – raccomandano che le persone vulnerabili a rischio di sviluppare una forma grave di Covid-19 (soggetti fragili, anziani) ricevano una dose di richiamo.